Dazi, è guerra tra Usa e Cina. Trump: “Faccio gli interessi del mio popolo”

18 Set 2018 18:07 - di Giovanni Trotta

È guerra senza esclusione di colpi tra Usa e Cina. Come anticipato nei giorni scorsi, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato tariffe del 10% su una serie di importazioni cinesi, per un valore aggiuntivo di 200 miliardi di dollari. I nuovi dazi entreranno in vigore il prossimo 24 settembre, saranno inizialmente del 10%, fino a a salire al 2% a partire dal prossimo primo gennaio. Le pratiche commerciali cinesi, ha denunciato Trump in una nota, “costituiscono chiaramente una minaccia grave alla salute ed alla prosperità di lungo termine dell’economia americana”. “Per mesi abbiamo chiesto alla Cina di cambiare pratiche non eque e assicurare alle aziende americane un trattamento giusto e reciproco – prosegue la dichiarazione con cui sono stati annunciati i nuovi dazi – siamo stati molto chiari sul tipo di cambiamenti necessari ed abbiamo dato alla Cina ogni possibilità di trattarci in modo più equo. Ma finora la Cina non è stata disponibile a cambiare queste pratiche”. Con queste nuove misure, praticamente sulla metà dei prodotti che ogni anno gli americani acquistano dalla Cina, per un valore di 505 miliardi di dollari, vi saranno nuovi dazi. Alla base della politica dell’amministrazione Trump c’è quindi la scommessa che i consumatori americani siano disposti a pagare di più per prodotti di uso comune per ottenere maggiori concessioni commerciali da Pechino. Non a caso, nell’annunciare le nuove misure sono stati ignorati gli appelli di centinaia di appelli di società americane che prevedono che i dazi provocheranno un aumento dei prezzi, e quindi delle vendita, dei loro prodotti. L’unica concessione, l’esclusione di circa 300 prodotti dalla lista di quelli colpiti dalle sanzioni, tra i quali seggiolini auto per bambini. In particolare, Apple è riuscito ad ottenere un’esenzione per diversi articoli prodotti in Cina, tra i quali Apple Watch. I nuovi dazi vengono imposti pochi giorni dopo che Washington ha comunque invitato Pechino a partecipare ad un nuovo round di colloqui per cercare di disinnescare la guerra commerciale. “Siamo pronti a negoziare con la Cina in qualsiasi momento se sono disposti a muovere verso seri negoziati per risolvere i problemi commerciali”, ha dichiarato il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow. Pronta la risposta cinese: Pechino ha annunciato l’imposizione di nuove tariffe su beni Made in Usa che rappresentano 60 miliardi di dollari di importazioni annuali in Cina, in rappresaglia alle nuove tariffe annunciate da Washington su 200 miliardi di prodotti cinesi. “Se gli Stati Uniti persistono nell’aumentare le tariffe ancora di più, la Cina risponderà in funzione”, ha detto il governo cinese in una dichiarazione rilasciata dal Ministero delle Finanze. E in risposta all’annuncio di Trump di nuovi dazi, Pechino valuta se annullare il nuovo round di negoziati con gli Stati Uniti a cui si stava lavorando. Lo scrive il China Morning Post citando fonti governative cinesi secondo le quali Pechino sta facendo marcia indietro sul piano, che non era stato ancora ufficializzato, di inviare la prossima settimana a Washington una sua delegazione guidata dal vice premier, Liu He, che è il principale consigliere economico del presidente Xi Jinping. Nei giorni scorsi, Washington aveva confermato di aver invitato la Cina ad un nuovo round di negoziati per tentare di mettere fine alla guerra commerciale innescata dalla politica dei dazi intraprese da Donald Trump e dalle risposte di Pechino. Il giornale cinese cita un uomo d’affari americano in Cina che sostiene che la nuova mossa di Trump è considerata in Cina come “una pistola puntata alla tempia”. “Se il vice premier alla fine dovesse andare in Cina, dovremmo ragionevolmente sospettare che avrebbe una ragionevole offerta”, ha poi aggiunto, sottolineando però che “a questo punto io ritengo che sia bassa la possibilità” di una misisone a Washington di Liu la prossima settimana.

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