Copyright, Fratelli d’Italia contro il voto dell’Europarlamento: “È un bavaglio alla Rete”
«Fratelli d’Italia è da sempre a favore della tutela dei diritti d’autore ma questa tutela non può e non deve essere la foglia di fico per mascherare una pericolosa censura del web». Così Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia, commentando negativamente il voto del Parlamento europeo sulla proposta di riforma del copyright. La posizione del Parlamento europeo sulla riforma del copyright è stata approvata dalla plenaria di Strasburgo con 438 voti a favore, 226 contro e 39 astensioni. È stato anche adottato a maggioranza il mandato per cominciare i negoziati con Consiglio e Commissione Ue, necessari per arrivare alla definizione del testo legislativo finale.
Mollicone: “Così non si tutela il copyright, si rischia una censura preventiva”
«Nell’era della globalizzazione – prosegue Mollicone, che è capogruppo di FdI in commissione Cultura a Montecitorio – le piattaforme web e i blogger offrono una grande opportunità di condivisione di contenuti che sono alla base del pluralismo delle fonti. Oggi, con l’approvazione da parte della Parlamento europeo della nuova direttiva sul diritto d’autore si rischia una censura preventiva e indiretta che ridurrà il pluralismo e l’indipendenza del pensiero, vera ricchezza della rete. Se veramente si vuole tutelare il diritto d’autore – conclude Mollicone – il governo italiano deve garantire gli artisti italiani rispetto alle grandi piattaforme internazionali come, ad esempio, Spotify che lucrano sulla loro arte». Contro il provedimento hanno votato contro gli eurodeputati di M5s, Lega e Fratelli d’Italia, mentre i deputati europei di Pd e Forza Italia hanno votato a favore.
Sul copyright polemica tra Di Maio e Tajani
«Una vergogna tutta europea: il Parlamento Europeo ha introdotto la censura dei contenuti degli utenti su Internet. Stiamo entrando ufficialmente in uno scenario da Grande Fratello di Orwell». Lo scrive su Facebook il vice premier Luigi Di Maio, aggiungendo che M5S si batterà «nei negoziati tra i governi, in Parlamento europeo e nella Commissione europea» contro il provvedimento e assicurando che «alla prossima votazione d’aula la direttiva verrà nuovamente bocciata». La reazione del presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, non si è fatta attendere: «Parole infamanti. Minacciare l’unica istituzione Ue direttamente eletta dai cittadini è da analfabeti della democrazia». Fuori dal dibattito politico, esultano le aziende del settore. Le associazioni degli editori europee Enpa, Emma, Epc e Nme parlano di un «grande giorno per la stampa e per la democrazia». Secondo Licia Ronzulli, vicepresidente dei senatori di Forza Italia, «i colossi del web come Google e Facebook, (che non pagano un euro di tasse in Italia, non creano vera occupazione nel nostro Paese e rubano la proprietà intellettuale di piccoli e grandi gruppi editoriali e singole persone senza riconoscerne alcun valore economico) oggi hanno perso. È stato riconosciuto il valore economico di chi produce e di chi crea valore. Ha vinto la libertà di chi vuole continuare a essere creativo e originale».
Bravissimi Mollicone & C.
lo scenario è da incubo
Questa ue già non mi piaceva ora mi fa paura