CasaPound, corteo a Trieste per la Grande Guerra. Il sindaco di centrodestra dice no
Ha suscitato le consuete polemiche l’annuncio di una manifestazione nazionale di CasaPound Italia. Il movimento ha fatto sapere che il 3 novembre sarà in corteo a Trieste, per ricordare la fine della Grande Guerra e il sacrificio degli italiani che diedero la vita per il tricolore. Una scelta simbolica e, visto l’anniversario, non sorprendente: lo stesso capo dello Stato, Sergio Mattarella, il giorno dopo sarà proprio a Trieste a celebrare la festa dell’Unità nazionale e delle forze armate. Eppure subito si sono levate voci allarmate sulla tenuta della democrazia e sul modo in cui l’iniziativa di Cpi potrebbe mettere in discussione i valori fondanti della Repubblica.
«Sono profondamente contrario a manifestazioni di questo tipo», ha detto il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che guida una giunta di centrodestra, mentre il governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha sostenuto che «a me non preoccupa una sfilata, a me preoccupa negare dei valori e i valori che sono rappresentati da chi ha lottato per la libertà, e i diritti sono valori fondamentali e quindi ho tenuto a ribadirli anche ieri perché è stato uno sfregio, una vergogna quanto avvenuto con l’annuncio delle leggi razziali». E, ancora, la ex presidente della Regione, l’eurodeputata Pd Debora Serracchiani ha ammonito che «c’è parecchio da riflettere e da preoccuparsi se i movimenti neofascisti cominciano a considerare Trieste luogo prediletto per raduni e azioni dimostrative: questo ci rimanda indietro ad anni bui, in cui il fascismo di frontiera nella Venezia Giulia si esercitava nelle peggiori pratiche di violenza e intolleranza, prima che nel resto del Paese».
Il solito ritornello, insomma. Che stavolta finisce per negare non solo il diritto di un movimento politico a manifestare, ma anche la storia di un intero territorio e, in fin dei conti, di una intera nazione. «Trieste è una delle città che più ha lottato per l’italianità, per questo l’abbiamo scelta», ha spiegato il responsabile regionale di CasaPound, Nicola Di Bortolo, ricordando che «il corteo è legale» e che il movimento si aspetta «migliaia di manifestanti», ma «nessun problema». Quella di Trieste, inoltre, non sarà la prima manifestazione che CasaPound realizza sul tema della Grande Guerra e, anzi, sarà la chiusura di un lungo ciclo di iniziative, partite nel 2015. Per tre anni, Cpi in tutta Italia ha organizzato convegni, escursioni sui luoghi simbolo del conflitto e la pulizia dei monumenti dedicati ai caduti della guerra ’15-’18, trovandoli spesso in uno stato di abbandono. E realizzando, infine, un libro fotografico: ’15-’18 – Italiani in trincea. «Abbiamo voluto onorare gli italiani che, in ogni tempo, hanno saputo sacrificare loro stessi per la difesa dell’identità nazionale e dei confini», ha spiegato il movimento in occasione di una delle ultime iniziative.
Ma, se non vado errato, CasaPound è un partito regolarmente registrato ed ammesso a partecipare alle elezioni regionali e nazionali .
Come può una autorità locale, comunale o prefettizia impedire lo svolgimento di una manifestazione democratica di un partito politico ?!
Non siamo mica in Russia !!!
È perché siamo in “democrazia”….
beh…Trieste ha le sue peculiarità, le piace, da sempre la destra delle Banche
e non la vera Destra, quella Sociale, per cui…
Lo stesso accade ad Alghero …. ma ad Alghero c’è un sindaco di sinistra che , per consentire l’agibilità della piazza , vorrebbe far firmare una demenziale dichiarazione di antifascismo e antirazzismo ad esponenti di CPI quando il Fascismo non esiste più e l’Italia è il paese meno razzista del mondo ! Spero che il sindaco di Trieste ci ripensi ….
E meno male che a Trieste cè un sindaco di CENTRO destra!!! Vergogna…..
Perchè negare ad una forza politica di manifestare pacificamente per celebrare i valori fondanti di questa patria? Allora si neghino anche le manifestazioni dell’ANPI