Addio a Cleopatra D’Olimpio, per tutti Cleo, nostra collega per 27 anni

24 Set 2018 14:55 - di Antonio Pannullo

Aveva l’impegnativo nome di Cleopatra, ma per tutti è sempre stata Cleo. Così anche al Secolo d’Italia la conoscevamo tutti con questo diminutivo. Cleo era entrata a lavorare nella nostra redazione, impiegata nella tipografia, nel lontanissimo 1984, in tempi in cui ancora non era facilissimo lavorare nel quotidiano del Movimento Sociale, che allora era nella sede storica di via Milano.

Era una ragazza minuta, carina, con quello che si dice l’argento vivo addosso: positiva, sempre con il sorriso sulle labbra, riusciva a mantenere la calma e la concentrazione anche nelle fasi più convulse nella giornata di un quotidiano. Cercava di esaudire tutte le nostre richieste nel più breve tempo possibile, e anche se ti presentavi da lei con un pezzo lunghissimo da battere all’ultimo minuto, non faceva difficoltà e accoglieva la richiesta sorridendo. E non credo che dentro di sé pensasse qualcosa di diverso: lei era sempre quello che mostrava, una persona autenticamente e spontaneamente sincera. Non l’ho mai sentita dire parolacce né un commento malevolo nei confronti di chicchessia. Era tollerante in maniera ecumenica (anche troppo…), verso tutti. Spesso, nella sua pausa, andavamo a prendere il caffè con lei e anche con le sue colleghe, scambiandoci le impressioni sulla giornata e sulla politica. Era diventata quasi una confidente, per molti di noi, e anche coloro che non la consideravano un’amica avevano per lei simpatia e stima.

Quando nacque Francesca, poi, sua figlia, non si parlava d’altro: lei, già dalla gravidanza, aspettava e adorava questa bambina a lungo attesa, e già da quando era piccola parlava sempre di lei e di quanto era brava e intelligente, come peraltro fanno tutti i genitori. Ma Francesca, poi, con gli anni, si dimostrò davvero brava e intelligente, conseguendo con successo la difficile maturità classica e trovando poi lavoro nella lontana Svizzera, cosa della quale Cleo non era proprio felicissima. Ossia, era felice per lei, ma dispiaciuta di essere tanto lontana. Proprio adesso, con Franco, il suo compagno nonché nostro collega, avevano deciso di andarla a trovare. Ma non c’è stato tempo. La redazione del Secolo, a quei tempi, era come una grande famiglia: si parlava dei rispettivi problemi, anche personali e familiari, con tutti: le gioie e i dolori venivano condivisi. E anche quando Cleo si separò da suo marito Antonio, non perse mai la sua forza d’animo e la sua verve: proprio non sapeva cosa fosse la depressione, che non la colpì neanche quando fu aggredita dalla malattia, che affrontò sempre, fino all’ultimo, con un atteggiamento di una positività incredibile. Anche quando stava male, era sempre contenta di vederti, ogni giorno per lei era una cosa nuova e bella da vivere. Dopo la separazione dal marito, col quale peraltro è sempre rimasta in rapporti ottimi, Cleo si era legata a Franco, con cui ha trascorso molti anni felici. Dopo la pensione per malattia, nel 2011, Cleo e Franco hanno passato un periodo molto sereno, piacevole, tra gite, viaggi, musei, pizze con gli amici più cari, condividendo ogni istante in perfetta armonia. Con il suo cagnetto poi erano diventati inseparabili: in questi ultimi mesi di malattia il cane era sempre al fianco di Cleo,  oramai costretta a letto, ringhiando a chiunque si avvicinasse che non fosse della famiglia. E anche oggi il cane era al suo funerale. Per l’ultimo saluto a Cleo  c’erano moltissime persone, nella periferica chiesa di san Raimondo Nonnato a Roma. C’erano i genitori, la sua adorata sorella che l’ha eroicamente accudita in questi ultimi mesi, i parenti, la figlia Francesca, Franco, il marito Antonio, e poi i suoi colleghi per 27 lunghi anni: Angelo, Lanfranco, Velia, Daniela, Luisa, Adalberto, Jimmy, Stefano e moltissimi altri che non conosco ma che conoscevano lei, che se n’è andata a soli 53 anni. Moltissimi anche i fiori, i più belli quelli di Francesca. Condoglianze sentite giungano ai familiari e agli amici da parte della Fondazione Alleanza nazionale, della direzione, della redazione e dell’amministrazione del Secolo d’Italia.

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