“Vagina” è parola repressiva, ecco come la neolingua vuole rinominarla…
S’avanza con sottile prepotenza la tirannia del linguaggio neutro, orwelliano, la “neolingua liberista” che si prefigge di cancellare identità e differenze, a cominciare da quelle sessuali. Come se non bastasse il perverso uso dell’asterisco (tipo ragazz* alunn* compagn*…) per non discriminare le donne (il che si traduce in una loro cancellazione dalla lingua scritta) ora si discute se la parola “vagina” sia o no discriminatoria.
A lanciare il tema è stato Healthline, portale sulla salute Usa molto frequentato e molto attento ai bisogni del mondo Lgbt e più in generale delle persone con sessualità fluida cioè per nulla definita, i cosiddetti intersex. Appunto per tutte queste persone sarebbe più gentile e meno sessita usare il termine “buco anteriore” (front hole) al posto di vagina. Ne ha scritto giorni fa sul Foglio Simonetta Sciandivasci sottolineando che la scelta dell’espressione “buco anteriore” risponderebbe alle necessità di un linguaggio inclusivo “che tenga conto del fatto che le persone transessuali non si identificano con le etichette che la comunità medica attribuisce ai loro genitali”. In pratica Healthline ha lanciato il sasso, salvo poi fare una specie di rettifica in cui si spiega che loro non vogliono affatto rinominare la “vagina” ma usare sia il termine tradizionale sia quello più rispettoso delle sensibilità dei trans e degli appartenenti al sesso neutro, cioè appunto il termine “buco anteriore”, che è però una definizione generica senza più alcun valore connotativo.
Un discorso che piace molto, ovviamente, a tutti coloro che predicano che l’identità di genere e l’orientamento sessuale sono cose differenti e distinte e dunque tutto ciò che si lega al primo concetto (essere maschi o essere femmine) è qualcosa di repressivo…
Ed ecco che anche la parola vagina viene guardata con sospetto. Tra un po’ opere come i Monologhi della vagina di Eva Ensler non potranno più neanche essere concepite. Anziché dare voce alle donne si continuerà ad attaccarne la specificità: sul piano giuridico giustificando l’utero in affitto, sul piano linguistico cancellando ogni parola che all’essere femminile rimanda: madre e maternità sono già termini quasi banditi (meglio genitore 1 o 2, giusto?), avvertiti come cascami di un lessico conservatore. Il passo per arrivare a cancellare la vagina – il “tulipano eccentrico dal centro acuto e profondo” (cit. Eva Ensler) – dal vocabolario è davvero breve.
Ma dove andremo a finire..
Genitore 1, genitore 2, etero, transgender, transessuale, gay, lesbica, indeciso, asessuale, buco frontale, buco posteriore, oppure buco 1 F, buco 2 F, buco 2 gt… ed un buco al posto del cervello?
Questo è quello che succede in una società divorata da sensi di colpa in cui bisogna fare ‘i buoni’; che quello a cui hai dato il dito ti stacca il braccio. Invece di ringraziare che la persona media cerca con tutta la buona volontà di non vomitare loro addosso per lo schifo, ma di trattarli quasi come fossero esseri umani, si impongono e ti dicono che cosa è dovuto loro per trattarli con rispetto. Continuiamo così, direbbe Moretti, facciamoci del male.
Pussy e basta. Anche se l’argomento non vale il mio tempo.
BUCO ANTERIORE ??? Siamo pazzi ? anzi SONO! pazzi o lesbiche-culattoni. La donna per l’uomo ‘normale a cui le donne danno senso di vita è un’insieme di emozioni e palpitazioni di cui tutto fa parte, dalle fossette agli occhi che sorridono birbanti, alle morbidezze della persona donna che colpiscono anche dirette al cuore ognuna per se e tutte comunque ! Figuriamoci quel morbido sconvolgente triangolo delle bermude in cui tutti i maschietti sani aspettano di precipitare per affogarvene ! Nemmeno ad una donna che fa la ‘vita’ verrebbe mai in mente di chiedere cosa vuole per ‘il buco davanti’ Questi sono linguaggi per i quali le donne dovrebbero proporre una classAction e la abolizione della struttura in cui vengono inventate le declamazioni ‘del buco’ in cui, nel dirimpettaio e vicino, inviterei ad avviarsi gli inventori della definizione!
In toscana esiste un modo di immaginare la potenza di quel boschetto: ‘Tira’ più un pelo di… che una coppia di buoi ! Ed i vecchi si intendevano di tiro di buoi così come del boschetto !!! Un grande della letteratura italica come Boccaccio nel suo DECAMERONE NE RAMMENTA CON” e scosse il pelliccion”
Chissà di cosa si trattava, mà!
Ma che stupitagine, idioti Americani
D’annunzio la chiamava “la seconda e più trepida bocca”