Nuova tegola su Hillary Clinton: le sue mail erano spiate dagli hacker cinesi
Una società cinese controllata dal governo di Pechino avrebbe violato il server di posta presente nell’abitazione privata di Hillary Clinton, ai tempi in cui era segretario di Stato Usa, grazie a un codice che provvedeva a ritrasmettere agli hacker in tempo reale una copia di tutti i messaggi. Lo sostiene la Daily Caller News Foundation, un service giornalistico vicino al Partito Repubblicano, citando fonti a conoscenza della vicenda, che sarebbe emersa in una audizione dello scorso luglio della Commissione giudiziaria della Camera Usa. Il problema già a inizio 2015 sarebbe stato a conoscenza dell’Intelligence Community Inspector General, uno degli organismi chiave del controspionaggio Usa, che avrebbe segnalato “l’anomalia” all’Fbi, che però non sarebbe intervenuta, secondo le fonti del Daily Caller. Da parte dell’entourage di Clinton tuttavia si ricorda come l’Fbi nonostante “migliaia di ore di indagini” non abbia trovato prove di una “intrusione” nei server della abitazione privata di Hillary Clinton a New York. Ma secondo un esperto di cyber-sicurezza citato dal Daily Caller “un quattordicenne avrebbe potuto entrare nel server senza quasi lasciare traccia: una qualsiasi organizzazione sofisticata sarebbe potuta entrare e quindi ripulire le tracce” della propria intrusione.