Musulmana rifiuta di dare la mano a un uomo: il giudice le dà ragione
Era stato considerato un atto di scortesia. Ma per il tribunale si è trattato di un gesto di stretta osservanza religiosa. La sentenza è destinata a far discutere: una giovane svedese di religione musulmana si è vista riconoscere da un giudice il diritto a un risarcimento da parte di un’azienda. Il suo colloquio per un impiego, infatti, era stato interrotto quando lei aveva rifiutato di stringere la mano a un uomo. Secondo quanto riferisce la Bbc, Farah Alhajeh, 24 anni, era alla ricerca di un impiego in un ufficio di traduzioni nella città di Uppsala. Ma la sua richiesta è stata respinta non appena ha rifiutato di stringere la mano ad uno degli intervistatori, portando invece la mano al cuore. Un comportamento tenuto da molte donne musulmane praticanti per evitare ogni contatto fisico con gli uomini che non fanno parte della loro famiglia. Un giudice del lavoro ha giudicato la decisione dell’azienda come discriminatoria e l’ha condannata a pagare alla donna un risarcimento di 40.000 corone (circa 3.400 euro).
per me in Italia ci vorrebbe Sua Ecc. il Cav. Benito Mussolini.
queste persone non sono degne di vivere in un paese civile.
il giudice,certamente boldriniano,dimentica che siamo in un Paese civile e le regole di comportamento sono diverse.Invito il giudice ad andare in nei paesi dei straccioni(arabi) a vivere ,così si trovera’ evidentemente meglio
Penso che la sentenza sia giusta: islamica o no è un essere umano come gli altri e ha diritto al rispetto delle sue convinzioni e dei suoi sentimenti, a condizione che non ledano i diritti altrui, ma questo non è successo in questa circostanza.
A già, l’integrazione.