Macron perde un altro dei suoi uomini: si è dimesso il ministro Nicolas Hulot
Duro colpo alla “grandeur” di Macron. Il più popolare dei ministri del governo francese, Nicolas Hulot, responsabile dell’Ambiente, si è dimesso a sorpresa, con questo assestando un duro colpo al presidente e all’immagine ‘ambientalista’ che ha cercato di proiettare al suo mandato sin dal suo arrivo all’Eliseo. Hulot, senza preavvertire né il presidente né il premier Eduard Philippe, ha annunciato le dimissioni in radio, a France Inter. Uno smacco nello smacco: «Ho preso la decisione di lasciare il governo. Non voglio mentire oltre, non voglio mantenere l’illusione che la mia presenza al governo significhi che siamo all’altezza delle sfide» in tema ambientale. Il ministro dimissionario ha elencato una serie di politiche, tra cui la restrizione all’utilizzo di alcuni pesticidi, su cui si sono registrati solo “piccoli passi”. E «questi piccoli passi sono sufficienti? La risposta è no», ha ammesso l’ex giornalista impegnato sin dagli anni Novanta nelle battaglie sull’ambiente. Si è sentito «lasciato solo» da Macron, ha detto.
«Lasciato solo: Macron non mantiene le promesse»
Ha dovuto chinare il capo molte volte Nicolas Hulot. Come quando, controvoglia, ha dovuto approvare il rinvio dell’obiettivo di ridurre la quota di energia nucleare per la produzione di elettricità; oppure quando ha ceduto rispetto all’entrata in vigore provvisoria del CETA, l’accordo commerciale tra Canada e Unione Europea approvato nel 2017 dal Parlamento europeo. Tutte forzature che alla fine hanno portato Hulot ad annunciare le sue dimissioni da ministro. Come riportato da Il Post, nell’intervista rilasciata alla radio France Inter, Hulot ha ammesso:”Poiché sono in un momento di verità…sì, questi ultimi dodici mesi sono stati una sofferenza, stavo per diventare un cinico. Mi sono sorpreso, in alcuni momenti, ad abbassare la soglia (…) e poi ho pensato che fosse ora di smettere”. A conferma di come nessuno fosse a conoscenza delle sue intenzioni – nonostante lui abbia detto che stava maturando la sua decisione di dimettersi ormai da mesi – poco dopo il suo annuncio a France Inter veniva intervistato dall’emittente Rmc/Bfmtv il portavoce del governo Benjamin Grivieaux. Che non ha fatto nulla per nascondere la sua irritazione per la decisione di cui erano stati tenuti all’oscuro Macron e Philippe: «La più elementare delle cortesie sarebbe stata effettivamente quella di informare prima il presidente della Repubblica ed il primo ministro». E in radio era andata a parlare anche la ministra per le Pari opportunità Marlene Schiappa, che ha appreso in diretta delle dimissioni di Hulot e, al giornalista che le chiedeva un commento, ha risposto: «Ma è uno scherzo?». Dopo l’ “affaire” Benalla i probelmi per Macron permangono più complicati che mai. Le previsioni di crescita economica sono diventate meno ottimiste, l’inflazione in Francia sale. Il presidente è atteso al varco dai sindacati, ma anche dai suoi stessi ministri per i drastici tagli di spesa che deve arbitrare. E poi dai disoccupati, i pensionati, gli agricoltori, i medici e gli infermieri, i piccoli e medi imprenditori. Sono tanti i fronti aperti, dove l’opposizione conta di vedere cadere Macron. Che, intanto, perde un altro pezzo.