«Lavoro in cambio di voti», ondata di arresti a Messina: c’è anche l’ex Pd Emilia Barrile
Un comitato d’affari che ha coinvolto politici, imprenditori e faccendieri è stato scoperto a Messina. Dalle prime ore del mattino, la Dia del capoluogo siciliano – in sinergia con il centro Operativo di Catania, supportata dai Centri e Sezioni di Reggio Calabria, Palermo, Bari, Roma, Caltanissetta, Catanzaro ed Agrigento – sta dando esecuzione a 13 ordinanze cautelari, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Messina, nei confronti di esponenti di spicco della politica cittadina e della criminalità peloritana, nonché imprenditori e faccendieri di origine messinese. Contestualmente, sono in atto anche ingenti sequestri che colpiscono diverse imprese e beni immobili, per un valore di numerosi milioni di euro. Tra gli arrestati, anche l’ex Presidente del Consiglio comunale di Messina, candidata sindaco alle recenti amministrative, Emilia Barrile. Secondo l’accusa, Barrile, che è ai domiciliari, con l’aiuto di imprenditori avrebbe messo su un sistema d’affari «per avere appoggio elettorale», come spiega la Dia. Sarebbero state create cooperative fatte «ad arte» con l’assunzione di giovani per svolgere dei lavori per la Pubblica amministrazione, «il tutto – dicono gli investigatori -per avere consensi. Attraverso i patronati – spiegano ancora – si agevolavano i giovani per poi avere la disoccupazione».
Emilia Barrile, ex Pd, è accusata associazione a delinquere, abuso d’ufficio, atti contrari a doveri d’ufficio. Barrile, prima nel centrosinistra, poi passata al centrodestra per transitare alla fine a una lista civica sua, quella de i Leali, è risultata la più votata alle ultime elezioni comunali dove ha preso 2800 preferenze. La lista, però, non ha superato lo sbarramento del 5% e Barrile non è più tornata al Consiglio Comunale. La donna, che è ai domiciliari, é accusata di associazione a delinquere, abuso d’ufficio, atti contrari a doveri ufficio e violazione dei doveri di imparzialità nei confronti della pubblica amministrazione. Tra gli indagati anche l’imprenditore della grande distribuzione Antonio Fiorino.
Se facessero votare, per assurdo, soltanto i forestali siciliani, il PD prenderebbe il 95 % dei voti, indovinate perchè. . .
Per fortuna ,anche se rari, ci sono ancora MAGISTRATI che onorano la toga !Grazie!