La macchina del fango anti-Putin non si ferma mai. Fantasiosa spy-story a Mosca

3 Ago 2018 13:42 - di Giovanni Trotta

Nel 2018 c’è ancora chi crede di essere in piena Guerra Fredda: i giornali occidentali continuano a ipotizzare trame emozionanti di spie e controspie, in corso ovviamente a Mosca, che cercherebbero di violare non si sa quali segreti militari. Nell’èra dei satelliti, delle telecamere, delle intercettazioni e della tecnologia sofisticatissima, oggi si arriva a immaginare che nuove Mata Hari lavorino nell’ombra, e ovviamente per attaccare l’Occidente. L’Urss è finita agli inizi degli anno Novanta, e dubitiamo che ci siano segreti da rubare… La verità è che si vuole attaccare la Russia di Vladimir Putin, e dietro questa ennesima campagna di fango c’è ovviamente l’Europa, con le sue sanzioni, e anche certi settori dell’amministrazione Usa, rabbiosa perché la loro campionessa CLinton ha perso alla grande. Ecco la nuova spy-story confezionata ad arte per attaccare la Russia. Il thriller racconta della presenza di una “spia” russa all’ambasciata americana a Mosca. Secondo quanto “rivela” oggi il britannico The Guardian, il controspionaggio degli Stati Uniti avrebbe scoperto che per oltre un decennio una donna russa, immancabile, “assoldata” dal Secret service, potrebbe aver passato materiale riservato ai suoi connazionali. I primi sospetti sulla presunta spia – che aveva accesso alla rete intranet e alle mail del Secret service, venendo così a conoscenza di materiale ultrasensibile (ma quale?), tra cui le agende del presidente e del vice presidente americano – sono emersi nel 2016, durante un controllo di sicurezza di routine, condotto da due investigatori dell’Ufficio di sicurezza regionale (Rso) del dipartimento di Stato. Siamo pronti a scommettere che i vertici del Rso non simpatizzano per Trump… Dalle “indagini” è emerso che la donna aveva incontri regolari e non autorizzati con membri dell’Fsb, il servizio segreto russo. Fonti dell’Rso hanno detto al quotidiano britannico di aver allertato nel gennaio del 2017 il Secret service, che non aprì alcuna inchiesta autonoma nei confronti della donna, preferendo forse contenere la vicenda ed evitare ulteriori tensioni nei rapporti tra Stati Uniti e Russia. La presunta spia lasciò poi l’ambasciata qualche mese dopo, a luglio, dopo che il dipartimento di Stato le aveva revocato il lasciapassare di sicurezza, poco prima dei provvedimenti di espulsione del personale delle rappresentanze diplomatiche americane in Russia, seguite alle sanzioni di Washington contro Mosca (in quell’occasione vennero espulsi 750 dipendenti su un totale di 1.200). “Il Secret service ha cercato di nascondere la violazione licenziandola – ha detto una fonte al Guardian – Il danno era già stato fatto ma i vertici del servizio non hanno condotto alcuna indagine interna per fare una valutazione del danno e vedere se avesse reclutato altri dipendenti per ottenere più informazioni. Solo un’indagine intensa condotta da una fonte esterna può determinare il danno che ha causato”. Dal canto suo, il Secret service ha cercato di minimizzare la vicenda e, in una nota, si è limitato a dire: “Riconosciamo che tutto il personale locale che lavora per le nostre missioni, nel settore amministrativo e non solo, possa essere soggetto all’influenza dell’intelligence straniera. Questo è il caso in particolare della Russia. Per questo, tutti i dipendenti locali sono gestiti in modo da assicurare che gli interessi del Secret service e del governo americano siano protetti in ogni momento. Di conseguenza, le responsabilità sono limitate alla traduzione, all’interpretariato, ai rapporti di collegamento e al sostegno amministrativo”. Nessun commento, invece, dal dipartimento di Stato su “questioni collegate all’intelligence o a personale”, pur “nella consapevolezza che, in virtù del loro impiego con il governo americano, i dipendenti possano essere obiettivo dei servizi di intelligence stranieri”. Insomma, altro che 007. La macchina del fango è sempre in funzione….

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Renata Bortolozzi 4 Agosto 2018

    Io non ho certo le conoscenze per esprimere un’ opinione, ma consiglio a chi non lo avesse ancora fatto, di leggere il libro Di Marcello Foa ( l’ appestato ) “Gli stregoni della notizia” e poi capirebbe il perché del muro che è stato innalzato. L’ ho già scritto : non è un romanzo da leggere velocemente sotto l’ ombrellone.