Ingoia una pila “killer”, la corsa al Bambino Gesù: salvato bimbo di 4 anni

2 Ago 2018 11:57 - di Massimo Baiocchi

Si è conclusa nel migliore dei modi la disavventura di un bambino di 4 anni che aveva ingerito una disk battery, una pila a bottone di uso comune nei videogiochi e in altri dispositivi. Il piccolo ha cominciato a manifestare forti dolori addominali che hanno costretto i genitori a portarlo al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, lo scorso 14 luglio. Qui i medici hanno scoperto la presenza della batteria nell’esofago grazie a una radiografia addominale. La batteria, già da alcuni giorni, aveva sprigionato la sua carica elettrica causando gravi ustioni all’esofago del bambino. I medici hanno immediatamente attivato le procedure di emergenza previste dal protocollo nazionale ed europeo per questo tipo di eventi, le linee guida Sigenp ed Espghan-Esge, alla cui stesura hanno partecipato anche gli esperti di Chirurgia endoscopica digestiva della struttura capitolina. Quindi è stata organizzata una équipe multidisciplinare per rimuovere l’oggetto estraneo in condizioni di massima sicurezza.

La corsa contro il tempo
e l’intervento al Bambino Gesù

Prima di procedere con l’estrazione del corpo estraneo, che si trovava a soli 3 millimetri dall’aorta, gli esperti del Bambino Gesù hanno effettuato alcune manovre per verificare la presenza del temuto canale di comunicazione con l’arteria. L’intervento di rimozione per via endoscopica – riferisce l’ospedale pediatrico in una nota – si è concluso senza problemi e il team multidisciplinare non è dovuto ricorrere a nessuna delle misure straordinarie predisposte per gestire un caso clinico così complesso. I successivi esami diagnostici hanno confermato l’assenza di sanguinamenti o di altre complicanze. Il bambino ha lasciato il reparto di rianimazione, è in buone condizioni generali ed è rimasto in ospedale, sotto osservazione, per due ulteriori settimane. «Le batterie di questo tipo sono dette “killer” perché le lesioni che provocano possono essere talmente gravi da causare la morte – spiega Luigi Dall’Oglio, responsabile di Chirurgia Endoscopica Digestiva del Bambino Gesù – Possono generare fistole (fori; canali di comunicazione) tra l’esofago e la trachea o tra l’esofago e le arterie toraciche, dando origine a emorragie gravissime. La semplice rimozione endoscopica “improvvisata”, perché dettata dall’urgenza, può essere motivo di una perdita di sangue irrefrenabile e potenzialmente mortale. In situazioni del genere è sicuramente necessaria la tempestività, ma bisogna agire attivando ogni possibile sistema di protezione e senza lasciare nulla al caso».

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