Il corpo di Franco via dalla Valle dei Caduti. E le visite al mausoleo raddoppiano
Il governo socialista spagnolo ha avviato le procedure per l’esumazione del cadavere di Francisco Franco dal mausoleo della Valle de los Caidos alle porte di Madrid. La numero due del governo Carmen Calvo ha annunciato che il consiglio dei ministri ha approvato un decreto in merito, che ora va ratificato dalla Camera dei deputati, dove i socialisti sono in minoranza, ma sul provvedimento possono contare sul sostegno della sinistra di Podemos, degli independentisti catalani e dei nazionalisti baschi.
Come sempre quando si vanno a toccare le memorie del Novecento, il provvedimento apre le porte a polemiche divisive e che contraddicono tra l’altro lo spirito del monumento voluto proprio da Franco in segno di pacificazione. Si tratta infatti di un imponente monumento funerario in ricordo dei caduti delle due parti della Guerra Civile Spagnola (1936-1939) dove anche Franco venne sepolto e dove riposta anche il fondatore della Falange José Antonio Primo de Rivera. Entrambe le tombe, quella di Franco e quella di Primo de Rivera, sono oggetto di pellegrinaggi continui. Ed è proprio questo il fattore che scatena l’avversione della sinistra.
La sinistra fa circolare su questo monumento, uno dei più visitati della Spagna, vere e proprie leggende, fake news che resistono nel tempo, come quella secondo cui Franco avrebbe voluto costruirsi un faraonico mausoleo, anche se il Caudillo venne sepolto lì per volontà del Re Juan Carlos I. Il quotidiano online Actuall ha smontato le bufale sul monumento inviso alla sinistra, spiegando che La famiglia Franco aveva una cappella nel cimitero del Prado, dove venne sepolta anche sua moglie qualche anno dopo.
Dura a morire anche la storia secondo cui la Valle de los Caidos sarebbe stata costruita “da 20mila prigionieri politici. Questa è una cifra erronea e oltretutto impossibile, perché nella costruzione erano addetti 3.000 lavoratori, dei quali solo 2.000 erano prigionieri. E di questi solo una parte erano politici, perché erano presenti anche carcerati comuni. I detenuti politici hanno lavorato nel Valle de los Caidos solo dal 1943 al 1950, cioè solo sette dei 18 anni impiegati per la costruzione. Tutti avevano lo stesso salario dei lavoratori liberi, e disponevano della previdenza sociale. Di fronte a questa nuova vita molti decisero poi di proseguire come liberi, dopo aver scontato la pena”.Contro l’iniziativa del governo socialista si sono già mobilitate la destra e i cattolici facendo notare che non si tratta di un monumento che esalta la dittatura ma che si inscrive in un progetto di riconciliazione.
Le bufale della sinistra per oltraggiare la Valle de los Caidos sono state riprese oggi da un editoriale di Concita De Gregorio su Repubblica. La giornalista la definisce una “valle di malamorte, lontano da tutto”, una “ferita purulenta che non ha smesso di infettare di sé la politica dei decenni a venire”. Affermazioni lontane dallo spirito di un luogo che parla di pace e rispetto per i morti, e che così appare alle migliaia di visitatori che vi si recano annualmente. Un dato dovrebbe far riflettere chi vuole manipolare le memorie del passato e le loro tracce: non appena il governo di Sanchez ha annunciato l’intenzione di riesumare le spoglie del Generalissimo le visite all’area monumetale sono aumentate del 50%.
Magari tornasse, un po’ di garo@@a farebbe bene da quelle parti (@=t)
La storia non puoi rimuoverla ti rincorrera sempre come al solito la sinistra si sta rendendo responsabile di atti che diverranno un boomerang politico e sociale