Genova, si scava ancora alla ricerca di sopravvissuti sotto le macerie
Avanti senza sosta notte e giorno le operazioni di soccorso e scavo sull’area del crollo di ponte Morandi: sono al momento 39 le vittime della tragedia di Genova, di cui una ancora non identificata. I dispersi sarebbero un numero imprecisato: per questo i soccorritori non smettono di sperare, alla ricerca di sopravvissuti sotto le macerie. I funerali di Stato delle vittime verranno celebrati sabato mattina all’interno del padiglione Jean Nouvel della Fiera di Genova. La conferma è arrivata mentre dalla Prefettura di Genova precisano di essere in attesa di aggiornamenti da parte del cerimoniale della Presidenza della Repubblica. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, potrebbe essere a Genova per assistere alle esequie, insieme ai componenti del governo. Le esequie saranno celebrate dall’arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei, cardinale Angelo Bagnasco. Nel contempo, in prefettura il vertice per fare il punto sulla situazione. Alla riunione, riservata, partecipa anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Previsto un collegamento in diretta con il Dipartimento nazionale di Protezione Civile.
Ancora lacrime e ancora storie da raccontare., tra la speranza di chi spera ancora nei sopravvissuti e il dolore di chi ha perso un familiare, un amico, una persona cara. «Marius è arrivato in Italia quando aveva 2 o 3 anni. Ho capito quello che gli era accaduto, da un conoscente che si trovava lì quando è stato estratto dalle macerie», dice uno degli amici di Marius Djerri, operaio di 28 anni. Marius viaggiava in auto con un amico, Edy Bokrina di 22 anni, da Sestri Ponente verso Rapallo: al momento del crollo si trovavano sul viadotto. Per nessuno dei due c’è stato nulla da fare. I loro corpi sono tra i primi ad essere stati estratti. Gli amici e i colleghi di Marius e Edy si sono raccolti fuori dalla camera ardente dell’ospedale San Martino di Genova. «Edy era già sposato. Oggi era il terzo anniversario del suo matrimonio. Io non ho più parole», dice una coppia di amici uscendo dall’obitorio. «Siamo venuti per abbracciare i familiari più stretti – racconta il ragazzo, con accanto la compagna e in braccio un bimbo piccolo – sono passato davanti al ponte in autostrada 5 minuti prima. Percorrevo la A7 da Bolzaneto a Genova Ovest. Era ancora in piedi. Non abbiamo parole».