Genova, funerali di Stato: applausi al governo, fischi ai parlamentari Pd
Corone di rose bianche per tutti. E, sulle bare delle vittime cilene, la bandiera nazionale. E poi peluche, magliette ed altri oggetti personali. Nel giorno del lutto nazionale e dei funerali di Stato per 19 delle 41 vittime del disastro del Ponte Morandi, – i parenti di 20 persone decedute hanno scelto esequie private, una persona è ancora dispersa – Genova si stringe accorata attorno alle famiglie delle vittime nel padiglione B della Fiera di Genova.
Ieri sera alle 18 bare previste per i funerali di Stato se ne è aggiunta un’altra, la diciannovesima, quella di Axelle Nèmati Alizèe Plaze, 20enne francese che ha perso la vita mentre viaggiava da Montpellier verso Genova insieme a altri tre giovanissimi.
Decine i familiari, gli amici, i parenti delle vittime, ma anche migliaia di semplici genovesi – circa 5mila le persone attese – hanno preso parte parte alla funzione, sorvegliata da 400 uomini delle forze dell’ordine, in un abbraccio collettivo dalla città ai testimoni e protagonisti del disastro di martedì scorso.
Sotto la volta del padiglione, sul lato ovest, è stato allestito, fin da ieri sera, l’altare sotto al quale sono stati sistemati i 19 feretri, tra cui la piccola bara bianca di Samuele Robbiano, 9 anni, precipitato dal viadotto e morto, insieme alla mamma e al papà.
Un lungo e fragoroso applauso ha accompagnato, durante i funerali, la lettura dei nomi, scanditi uno a uno, di tutte le vittime del crollo del Ponte Morandi.
Lunghi, prolungati, applausi sono stati tributati prima alle massime cariche dello Stato e i rappresentanti del governo – i due vicepremier Luigi di Maio e Matteo Salvini, il ministro Danilo Toninelli, il presidente del Consiglio Conte, quello della Camera, Roberto Fico e il capo dello Stato, Sergio Mattarella – poi ai vigili del fuoco e ai soccorritori che hanno portato il loro saluto ai feretri.
I fischi dei genovesi assiepati attorno ai feretri hanno accolto alcuni parlamentari del Pd, mentre applausi prolungati si sono levati per i rappresentanti del governo Di Maio, Salvini e Toninelli.
I soccorritori, i vigili del fuoco, i cinofili e gli Usar, al lavoro da giorni, hanno percorso la parte sottostante l’altare in omaggio alle vittime del disastro, accolti dai familiari e dai presenti con lunghi minuti di applausi e commozione e hanno salutato una per una le bare facendosi il segno della croce.
«Con il lutto nel cuore, il nostro lavoro prosegue», il tweet dei Vigili del Fuoco postato poco prima dell’inizio dei funerali. Alle 11 in punto hanno suonato le sirene del porto, oggi fermo in segno di lutto, per testimoniare la vicinanza della città. Applausi anche per i giocatori di Genoa e Sampdoria, arrivati insieme ai funerali presenziati, fra l’altro, dai presidenti Ferrero e Preziosi e dagli allenatori Ballardini e Giampaolo.
Presenti ai funerali Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia e il presidente Fabio Cerchiai, non i Benetton. Cerchiai e Castellucci terranno a Genova, nel pomeriggio, una conferenza stampa per «rinnovare personalmente il loro cordoglio per le vittime e la profonda vicinanza nei confronti dei familiari e dell’intera comunità genovese, gravemente ferita dalla tragedia del viadotto Polcevera».
I vertici di Autostrade «illustreranno tutte le iniziative discusse con il Comune di Genova e la Regione Liguria in questi giorni di intenso lavoro comune a supporto delle famiglie delle vittime e dei dispersi, gli aiuti concreti nei confronti degli sfollati, le attività a supporto della viabilità e della mobilità dei genovesi». Una legge speciale dovrebbe regolare la ricostruzione del ponte in acciaio, che il governo chiede ad Autostrade di pagare di tasca propria: Toti “pretende” lavori lampo, in dieci mesi, il leghista Edoardo Rixi ipotizza come possibile il completamento «entro il 2020».
«Il crollo del ponte Morandi sul torrente Polcevera ha provocato uno squarcio nel cuore di Genova. La ferità – ha detto il Cardinale Angelo Bagnasco nell’omelia pronunciata durante la messa funebre – è profonda, è fatta innanzitutto dallo sconfinato dolore per coloro che hanno perso la vita e per i dispersi, per i loro familiari, i feriti, i molti sfollati. Innumerevoli sono i segni di sgomento e di vicinanza giunti non solo dall’Italia, ma anche da molte parti del mondo. Insieme alla preghiera del Santo Padre Francesco – che anche ieri sera, con una telefonata affettuosa, ha voluto manifestarci la sua prossimità – in questi giorni ovunque si innalza a Dio un’onda di preghiera. Genova è nello sguardo del mondo, in un grande abbraccio di commozione, di affetto e di attesa».
«Il viadotto – ha continuato Bagnasco – è crollato: esso, com’è noto, non era solo un pezzo importante di autostrada, ma una via necessaria per la vita quotidiana di molti, un’arteria essenziale per lo sviluppo della Città. Genova però non si arrende: l’anima del suo popolo in questi giorni è attraversata da mille pensieri e sentimenti, ma continuerà a lottare. Come altre volte, noi genovesi sapremo trarre dal nostro cuore il meglio, sapremo spremere quanto di buono e generoso vive in noi e che spesso resta riservato, quasi nascosto».
«Sappiamo che qualunque parola umana – ha ammesso il cardinale -, seppure sincera, è poca cosa di fronte alla tragedia, così come ogni doverosa giustizia nulla può cancellare e restituire. L’iniziale incredulità e poi la dimensione crescente della catastrofe, lo smarrimento generale, il tumulto dei sentimenti, i “perché” incalzanti, ci hanno fatto toccare ancora una volta e in maniera brutale l’inesorabile fragilità della condizione umana. Ma proprio dentro a questa esperienza, che tutti in qualche modo ha toccato, si intravvede un filo di luce”.
Durante l’omelia, Bagnasco ha citato il lavoro e la professionalità dei vigili del Fuoco, ringraziandoli. Un lungo applauso ha accompagnato il passaggio, a braccio, interrompendolo per alcuni minuti.
A conclusione dei funerali delle vittime del crollo del Ponte Morandi l’Imam di Genova ha invocato una preghiera comune: «Chiediamo al signore che ci ha insegnato il valore dei ponti di renderci consapevoli delle nostre responsabilità, chiediamo di accogliere le anime delle vittime e i familiari. Preghiamo per Genova la superba, che saprà rialzarsi con fierezza, la nostra Genova, “Zena” che in arabo vuol dire “la bella”. La comunità islamica di Genova e d’Italia pregano perché la pace sia con tutti voi e il signore protegga l’Italia e gli italiani».
In mattinata Mattarella aveva visitato il cantiere dei vigili del fuoco sotto ponte Morandi dove proseguono le attività di ricerca dei dispersi e della messa in sicurezza dell’area e incontrato i soccorritori. Momenti di commozione per il presidente davanti ai resti dell’auto trovata nelle ore scorse dai soccorritori sotto il ponte crollato a Genova sui cui viaggiava la famiglia Cecala, il papà Cristian, la mamma Dawna e la piccola Kristal di 9 anni.
Sono in tutto 19 le famiglie che hanno scelto le esequie in forma privata, rifiutando le celebrazioni solenni di Stato. Tra loro, quelle dei 4 giovani di Torre del Greco scomparsi nella tragedia e i cui funerali sono stati celebrati ieri pomeriggio.
Saranno invece celebrati nel pomeriggio a Sant’Agata Militello, nel Messinese, i funerali di Marta Danisi, l’infermiera di 29 anni morta insieme al fidanzato Alberto Fanfani.
Ad officiare la funzione funebre alle 16.30 nella Chiesa di San Francesco, dove il feretro arriverà in mattinata per la camera ardente, sarà il vescovo di Patti, monsignor Guglielmo Giombanco. Già ieri a Pisa sono stati celebrati i funerali nella chiesa dei santi Jacopo e Filippo, la stessa in cui a maggio prossimo Marta e Alberto si sarebbero dovuti sposare.
Proprio a Pisa la giovane infermiera aveva lavorato fino allo scorso aprile, prima del trasferimento ad Alessandria, dove aveva finalmente ottenuto un contratto a tempo indeterminato, e aveva conosciuto il suo futuro sposo.
«La perdita così tragica di questa ragazza ha colpito l’intera comunità – dice il sindaco di Sant’Agata Militello, Bruno Mancuso – Era una ragazza solare, piena di vita e molto conosciuta in città. Siamo addolorati». In segno di lutto e vicinanza alla famiglia sono state sospese tutte le manifestazioni dell’estate santagatese e al Comune sono state esposte le bandiere a mezz’asta ma anche qui le polemiche si sono fatte sentire: già ieri mattina in via Campidoglio era stato sistemato uno striscione con su scritto: «Lo Stato obbliga e pretende ma costruisce ponti di carta. 39 vittime, tra cui la nostra Marta».
Le mie condoglianze, e grazie a Mr. Salvini e il governo Italiano…