Decreto Dignità, governo e maggioranza bocciano il ritorno all’Articolo 18

1 Ago 2018 16:03 - di Elsa Corsini

No di governo e maggioranza alla reintroduzione dell’Articolo 18 nel caso di licenziamento illegittimo. Cinquestelle e Lega hanno bocciato un emendamento, presentato dal deputato di Leu Guglielmo Epifani, che puntava a recepire, nel decreto Dignità all’esame della Camera, le norme cancellate dal Jobs Act approvato dal governo Renzi nella passata legislatura. L’emendamento (sul quale si erano dichiarati contro sia il governo che i relatori di maggioranza)- è stato respinto con 317 no, 191 astensioni e i soli 13 voti a favore della pattuglia di deputati di Leu. L’esito scontato non ferma le polemiche e il rimbalzo delle “responsabilità” con il Pd sul piede di guerra che accusai grillini di aver smentito gli impegni presi in campagna elettorale mentre il ministro Luigi Di Maio, padre del decreto Dignità, sottolinea che il governo pentastellato sta “tutelando il lavoro dagli abusi e le imprese dalla concorrenza sleale di chi prende i soldi pubblici e poi scappa in altri Paesi». E comunque, scrive il ministro del Lavoro su Facebook, «non finisce qui». Intanto, come richiesto da molti parlamentari dell’opposizione, a Montecitorio è stato convocato il Comitato dei 9 che discuterà soprattutto del periodo di transizione per l’applicazione delle norme del decreto Dignità.

Articolo 18, Epifani: un’occasione perduta

Poi, dopo la bocciatura, neanche a dirlo l’ex segretario della Cgil ha parlato di «un’occasione persa per ridare veramente dignità ai lavoratori e alle lavoratrici». «Per noi – ha aggiunto – la proposizione della tutela reale nel caso dei licenziamenti illegittimi risponde a un doppio risarcimento intellettuale e morale. Per 20 anni ci è stato detto che l’Articolo 18 frenava i contratti a tempo indeterminato e gli investimenti. Tolto quel diritto però non sono aumentati né i contratti né gli investimenti». Nel presentare il provvedimento Epifani aveva detto: «Parliamo di un tema delicato e conosciuto che va sotto la denominazione di Articolo 18. In realtà vogliamo presentare una norma per la tutela reale dei lavoratori nei casi di licenziamenti illegittimi, che il Jobs Act ha di fatto cancellato. Non vogliamo fare un atto di mera testimonianza né di propaganda ma risarcire moralmente e concretamente i lavoratori»

Commenti

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  • Tania Lardo 1 Agosto 2018

    Vergogna! Non ho parole. Neanche questo governo rappresenta i lavoratori.