Autostrade, la Procura attacca la privatizzazione: delegata la sicurezza
La filosofia del nostro sistema vede oggi uno Stato espropriato dei suoi poteri, una sorta di proprietario assenteista che ha abdicato al ruolo di garante della sicurezza. Come se avesse detto al privato, veditela tu”. Francesco Cozzi, procuratore capo di Genova, attacca, in una intervista al Corriere della Sera, sul crollo di Ponte Morandi a Genova, il sistema delle privatizzazioni di settori strategici e fondamentali e, più in particolare, la privatizzazione delle autostrade, così come è stata immaginata, progettata e, poi, perpetrata da Prodi e D’Alema sulla pelle degli italiani.
Il capo della Procura di Genova fa una doverosa premessa: “l’indagine è in una fase preliminare. Ed esiste, comunque, un segreto istruttorio. Ma – dice – posso, tuttavia, fare un ragionamento più generale: io ho qualche difficoltà ad accettare l’idea che il tema della sicurezza pubblica stradale sia rimesso nelle mani dei privati”
”Nel momento in cui è stata decisa la privatizzazione delle autostrade, lo Stato si è ritagliato un ruolo riguardante soprattutto il controllo del rapporto fra investimenti e ricavi, il giusto prezzo dei pedaggi, l’inflazione… Meno la sicurezza delle infrastrutture“, spiega il procuratore aggiungendo che “il concessionario è come se fosse diventato il proprietario delle autostrade, non l’inquilino che deve gestirle. Se la suona e se la canta, decide che spese fare, quando intervenire, fa i controlli periodici sulla rete che gestisce…”.
E quindi le maggiori responsabilità sono in capo al concessionario, cioè Autostrade? “Chiaro – risponde Cozzi – maggiori poteri, maggiori oneri, maggiori responsabilità” e “io aggiungerei anche maggiori guadagni” chiarisce rilevando che “nel momento in cui lo Stato abdica alla funzione di controllo ci vorrebbe almeno un’agenzia terza che garantisse la sicurezza, non il concessionario stesso. Credo che il crollo del ponte Morandi porti a ripensare tutta la materia”.
Sto con il magistrato; Lo stato può benissimo delegare la gestione delle strade ed autostrade ma deve sempre controllare: Si faccia come con gli aeroporti, li si dia ai privati per gestirli ma si crei una società, che in questo caso già c’è ossia l’Anas, che controlli e obblighi il privato a fare i lavori entro un determinato tempo, per la sicurezza degli utenti e la salvaguardia di ciò che è statale ossia di tutti
…UNA VOLTA TANTO…IN VITA MIA…SONO D’ACCORDO CON UN MAGISTRATO… CHE SI DIMOSTRA…SEMPLICEMENTE…LOGICO E SERIO IN DIFESA DEI CITTADINI… SFIDO UN SOLO ITALIANO A COSTESTARE UNA SILLABA DI QUELLO CHE HA…PUBBLICAMENTE … DICHIARATO…
Il Procuratore Cozzi dice che lo Stato ha abdicato alla funzione di controllo. Se si fosse informato bene saprebbe che in teoria c’è già un’autorità di controllo delle infrastrutture. Solo che il presidente di detta autorità ha riferito nell’apposita Commissione che non gli è stato assegnato un fondo per pagare i viaggi degli ispettori per arrivare sul posto dei cantieri, e che per fare una visita in un cantiere l’ispettore deve anticipare i soldi del viaggio, e poi presentare gli scontrini, sperando che lo Stato glieli rimborsi in tempi ragionevoli.
Di Maio proclama che la Autostrade non ha fatto i controlli necessari. E lui quando era vicepresidente della camera non è stato attento a quello che si riferiva nelle commissioni? perché non ha sollecitato che venissero stanziati i quattrini per far viaggiare gli ispettori?
Vuole passare tutto all’Anas che ha al suo passivo tre ponti caduti prima di questo? Solo perché per fortuna c’era stato solo qualche morto e qui purtroppo molti di più?
Riesce a fatica a stanziare 29 milioni, e rifiuta i 500 messi a disposizione delle Autostrade perché non vuole un’elemosina?
Gesù Cristo diceva: prima di cavare la pagliuzza dall’occhio del tuo prossimo, pensa alla trave nel tuo.
Per fortuna che c’è un Toti che ha detto: ma facciamo ricostruire subito il ponte alle Autostrade che hanno detto di farlo con i propri quattrini, perché se aspettiamo a fare un bando con tutta la nostra burocrazia, proverbio: campa cavallo che l’erba crescerà.
Il nostro è un paese allo sfascio, dal punto di vista etico-morale, culturale, economico, politico. I responsabili di questa situazione sono coloro che hanno usato la politica per imporre a tutti la loro ideologia, quella radical-comunista. Da questa situazione se ne viene fuori rifondando la scuola, rimettendo sui binari del merito l’economia, selezionando a tutti i livelli la classe dirigente. Un lavoretto di almeno 5 anni. C’è da sperare che i ragazzi giallo-verdi si rendano conto della situazione in cui ci troviamo e agiscano di conseguenza.
Non è stata c eduta la proprioetà delle autostrade ma delegata la gestione. L’equivoco è malefico e porta a creare diritti inesistenti. Anc he la gestione delle strz<ade romane à stata delòegta, anche la raccolta pulizia a Napoli
Prodi Letta, via pensioni e vitalizi e a lavorare come noi…
Finalmente un magistrato che fa gli interessi della nazione e non dei privati.
Solo chi truffa e prospera sulle disgrazie altrui vuole privatizzare. Sostanzialmente iene e sciacalli sono migliori di costoro.
il procuratore di genova potrebbe cominciare a chiedere il sequestro preventivo di alcuni conti correnti e dei beni immobili di propietà della società autostrade, a garanzia dei gravissimi danni da essa causati, il solo fatto che, pur tardivamente abbiano chiesto scusa e fatto una offerta risarcitoria è già una confessione