Addio a Rita Borsellino: «La memoria è vita che si coltiva ogni giorno»
È morta Rita Borsellino, 73 anni, la sorella del giudice Paolo Borsellino, ucciso nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992. Era malata da tempo ed era ricoverata all’ospedale Civico di Palermo. L’ultima sua uscita pubblica risale allo scorso 18 luglio, alla vigilia del 26esimo anniversario della strage di via D’Amelio. Visibilmente stanca e molto affaticata, Rita Borsellino, nonostante fosse costretta sulla sedia a rotelle, voleva essere presente, come ha fatto negli ultimi 25 anni. «La memoria è vita che si coltiva ogni giorno», aveva detto Rita Borsellino in quella occasione. Appena si è sparsa la notizia della sua morte sono stati tanti i palermitani che si sono recati, come in una lenta processione, in via D’Amelio. In silenzio. C’è chi ha pregato e chi ha ricordato un aneddoto vissuto con la sorella del giudice. «Provo grandissimo dolore per la scomparsa di Rita Borsellino, che con la sua dolce determinazione ha combattuto tante battaglie non solo di legalità e civiltà nella nostra Isola e nel nostro Paese»,ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando.
Dopo la morte del fratello Paolo era diventata una testimonial nella lotta alla mafia. Dopo la strage di via D’Amelio, il 19 luglio 1992, aveva iniziato a girare per le scuole per parlare ai giovani dea figura del giudice ucciso da Cosa nostra. Farmacista, sposata, tre figli, Rita Borsellino divenne nel 1995 vicepresidente di Libera, l’associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti, di cui è stata nominata presidente onoraria nel 2005. Carica che ha ricoperto fino a quando, nell’inverno dello stesso anno, si era candidata alla presidenza della Regione Siciliana.