Stupro, la Cassazione: se la vittima si ubriaca non scatta l’aggravante

17 Lug 2018 11:00 - di Stefania Campitelli

Violenza sessuale sì, ma senza aggravante. Nel caso di uno stupro, se la vittima è ubriaca per avere assunto volontariamente alcol, alla pena non può essere aggiunta l’aggravante nel caso di uso di sostanze alcoliche o stupefacenti. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione rinviando a nuovo processo un caso di stupro di gruppo, con l’obiettivo di rivedere la pena al ribasso. Protagonisti della violenza ai danni di una ragazza due 50enni: i tre erano andati a cena e la donna aveva bevuto al punto da «non riuscire ad autodeterminarsi». Giunta al pronto soccorso, aveva descritto in modo confuso quello che le era successo. Il gip di Brescia, nel 2011, aveva ritenuto la vittima non attendibile, assolvendo i due in primo grado. Ma la Corte d’Appello di Torino a gennaio 2017 aveva valutato diversamente il referto del pronto soccorso, che evidenziava leggeri segni di resistenza, e condannato i due uomini a tre anni. Puntando su quanto concluso dal primo giudice, la difesa degli imputati aveva sostenuto che non vi fosse stata condotta violenta da parte dei due imputati, né riduzione ad uno stato di inferiorità, dato che la ragazza aveva bevuto volontariamente.

Stupro, se la vittima si ubriaca niente aggravante

La Cassazione (sentenza 32462 della terza sezione penale), invece, sottolinea che c’è «violenza sessuale di gruppo con abuso delle condizioni di inferiorità psichica o fisica» dal momento che non si può parlare di  “un valido consenso” ma stabilisce che l’assunzione volontaria di alcol esclude la sussistenza dell’aggravante e il relativo aumento di pena poiché «deve essere il soggetto attivo del reato ad usare l’alcol per la violenza somministrandolo alla vittima». Immediate le reazioni negative del mondo politico e degli addetti ai lavori. «Questa sentenza ci lascia tutti basiti, penso che la politica risponda in modo corale. Bisognerà leggere le motivazioni ma dal mio punto di vista, da una prima valutazione, sono semplicemente sconcertato», è il commento a caldo del sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone dai microfoni di Radio 1, «sicuramente  è una sentenza che ci fa fare passi indietro e non in avanti».

Commenti

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  • Paolo Ferlini 17 Luglio 2018

    Molto probabilmente questa sentenza sarà tecnicamente ineccepibile ma a mio avviso per reati di questo tipo non è sufficiente l’essere “tecnicamente ineccepibile” masi dovrebbe vedere anche un’etica ed una morale nel pronunciamento della corte. Così si ha l’impressione che comunque ci sia sempre una giustificazione che assolve o diminuisce la pena.
    Per questo tipo di reato non vi possono essere considerazioni come queste.
    Se la vittima fosse stata una figlia dei giudici si avrebbe avuto una considerazione diversa?