Thailandia, ritrovati i ragazzini imprigionati nella grotta: sono tutti salvi
Forse le preghiere, certamente gli sforzi dei soccorritori. Fatto sta che il miracolo c’è stato: sono stati ritrovati tutti vivi e in buone condizioni i 12 ragazzini tra gli 11 e i 16 anni intrappolati, insieme al loro allenatore, nella grotta Tham Luang Nang Non in Thailandia. Erano lì dal 23 giugno. A dare la notizia che ha presto fatto il giro del mondo è stato Narongsak Osatanakorn, il governatore della provincia di Chiang Rai, che ha diretto le operazioni di soccorso.
La situazione inizialmente era apparsa disperata, ma con il passare dei giorni e il procedere delle operazioni di soccorso si erano aperti degli spiragli per la sorte dei dodici giovani calciatori e del loro allenatore, per i quali si sperava avessero trovato rifugio nell’area chiamata Pattaya Beach, una camera della grotta che consentiva condizioni di sopravvivenza.
Le squadre di sommozzatori thailandesi ed australiani hanno lavorato senza sosta nei tunnel sotterranei nel tentativo di raggiungere l’area, mentre il mondo seguiva con il fiato sospeso i loro progressi metro dopo metro, tra stop-and-go legati alle difficili condizioni climatiche: oltre alla normale difficoltà di un soccorso in grotta, i sommozzatori se la sono dovuta vedere anche con l’eccessivo innalzamento delle acque interne dovuto alle alluvioni provocate dalle piogge monsoniche. Il tutto accompagnato dalle preghiere: quelle dei monaci buddisti arrivati sul luogo dell’incidente per dare conforto ai genitori dei ragazzini, quelle dei loro compagni di scuola che iniziavano la giornata in classe con una invocazione per la loro salvezza e quelle che si sono levate da ogni parte del Paese e del mondo, chiedendo un miracolo che alla fine è arrivato.
Meno male. Probabilmente non ci credevano più neanche loro. Comunque, tutto è bene quel che finisce bene. Auguroni alle loro famiglie