Terrorismo, macedone arrestato a Potenza: esperto di armi, si addestrava sul web

10 Lug 2018 12:00 - di Redazione

L’indagine sul suo conto era cominciata addirittura nel 2009: l’uomo, un 29enne macedone sospettato di attività e relazioni pericolose, era ospite di un centro di permanenza per il rimpatrio a Palazzo San Gervasio (Potenza), dove era stato condotto il 27 aprile scorso dopo che perquisizioni e riscontri avevano confermato la pericolosità del sospetto. E così oggi, al termine di un lungo lavoro d’indagine, i carabinieri del Ros hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Roma nei confronti di Agim Miftarov, indagato per addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale.

Terrorismo, 29enne macedone arrestato a Potenza: si addestrava sul web

L’indagato, fa sapere il Ros, è stato al centro di un accurato lavoro d’indagine al cui interno era finito durante una sistematica ed approfondita analisi del web, condotta proprio dal Raggruppamento operativo speciale dell’Arma dei carabinieri sin dal 2009. Il profilo facebook Agim Miftari è emerso all’attenzione perché, spiegano gli inquirenti al lavoro sul caso, conteneva fotografie di terroristi armati nonché iconografia riconducibile a gruppi terroristici. «L’usuario – prosegue – è stato identificato nel 29enne cittadino macedone Agim Miftarov, che era solito recarsi nel paese natio e fare rientro in Italia, dove prestava attività lavorativa nel settore della selvicoltura». E allora, la più recente fase investigativa, a partire dal 9 novembre 2017 – data del suo ultimo ritorno in Italia – si è sviluppata in attività tecniche e dinamiche che hanno permesso di delineare il profilo dell’indagato e la natura delle sue attività in internet.

Arrestato perché pronto a partire per iniziative terroristiche

E dunque, «emergevano, in particolare, l’interesse per le armi, per le informazioni sulle attività di Stato Islamico, nonché per video addestrativi, che visionava in grandissima quantità (circa 900), sull’uso e sulle potenzialità delle armi da guerra, di quelle in commercio nonché per le armi bianche», osservano i carabinieri del Ros. E così, visto e considerato che, in base a quanto spiegato dagli inquirenti, l’indagato sembrava sul punto di lasciare nuovamente il territorio italiano, il 27 aprile 2018 è stata effettuata la perquisizione del suo domicilio, che ha permesso di trovare «aeromobili a pilotaggio remoto (Apr), abbigliamento militare e smartphone». Dall’analisi di questi ultimi, infine, sempresecondo il Ros, «è emerso che l’indagato si stava auto-addestrando in vista di eventuali future iniziative terroristiche, eventualmente anche in aree di crisi come la Siria, come peraltro testimoniato dai numerosi filmati visionati dal cittadino macedone sull’uso di droni commerciali armati, sulla fabbricazione di armi bianche e da fuoco nonché sulla realizzazione di dispositivi atti ad offendere (Taser) ricavati modificando e successivamente oggetti di uso comune».

Ecco chi è e come viveva il macedone arrestato oggi

Nessuna vita sociale e il terrore per le forze dell’ordine. Viveva come un eremita in un appartamento a Tolfa, in provincia di Viterbo, facendo il boscaiolo, Agim Miftarov, il macedone arrestato dai Ros su ordine della Procura di Roma con l’accusa di addestramento ad attività con finalità di terrorismo. L’uomo temeva perquisizioni da parte dei carabinieri tanto che una volta dopo essersi ferito con un’ascia non è andato al pronto soccorso. Secondo quanto hanno accertato gli inquirenti, il 29enne aveva tentato di comprare armi via internet e aveva diffuso sul web foto con la bandiera dell’Isis. Sui social network inoltre aveva circa 4.000 contatti tutti legati alla galassia dell’estremismo islamico. Non solo: secondo quanto stabilito dal gip in queste ore, la gravità ed attualità dei fatti ha fatto ritenere «imminente e concreto il pericolo che dalle condotte dell’indagato scaturissero reati ancora più gravi quale quello di porre in essere un attentato attesa l’azione di auto addestramento compiuto». Questo ritiene e questo scrive dunque il gip Anna Maria Gavoni nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Agim Miftarov, il macedone arrestato con l’accusa di terrorismo. Di più: per il giudice «risultano granitici elementi che dimostrano l’adesione del sospetto all’ideologia di organizzazioni terroristiche estremistiche islamiste». Per questo motivo, sottolinea il gip, esistono «corposi elementi specifici che attestano la sussistenza di esigenze cautelari da imporre l’adozione della misura detentiva», e neutralizzare così la minaccia.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Gio 10 Luglio 2018

    Non andrebbe neanche essere resa pubblica la sua cattura. I servizi segreti dovrebbero estorcergli tutte le informazioni possibili (anche sotto tortura) e poi eliminarlo. In guerra si fà così.