Storace: «Non sono più il direttore del Giornale d’Italia». La testata chiude

4 Lug 2018 18:37 - di Redazione

Francesco Storace non è più il direttore del Giornale d’Italia. È lo stesso esponente politico a darne notizia su Facebook in un messaggio rivolto ai lettori. Il quotidiano, «a quanto ho appreso dalla società editrice, sospenderà le sue pubblicazioni per ripensare la propria missione editoriale. Spero  –aggiunge Storace – che si tratti di una chiusura temporanea per dare modo a chi mi succederà di saper raccogliere la preziosa eredità di questa testata”. Storace ringrazia “i colleghi che hanno resistito fino all’ultimo, anche senza compensi regolari e sono certo che nessuno adirà vie legali, se non costretto” e ai lettori dà “appuntamento in altri luoghi, dalla rete a ovunque ci sarà possibilità di pubblicare un’opinione. È stata un’esperienza fantastica, che non dimenticherò mai. Ma nella vita tutto ha un inizio e una fine. Basta saper ricominciare, forti della propria dignità. Un abbraccio a tutti”, conclude l’ex governatore della Regione Lazio Storace. È una grave perdita per l’editoria di destra, perché il Giornale d’Italia, storica testata poi rilanciata da Francesco Storace, è stato per anni un punto dirfierimento per i lettori che si riconoscono in quei valori. Politica, cronaca, memorialistica, storia erano i punti di forza di una testata che speriamo tornerà presto online. Al direttore e ai redattori vada la solidarietà del Secolo d’Italia sperando di riaverli presto come competitor.

Commenti

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  • Andrea 4 Luglio 2018

    E’sempre una brutta notizia quando una testata chiude i battenti perché è anche grazie al giornalismo e ai giornalisti che tutti noi rimaniamo connessi al mondo e alle sue storie.Il primo pensiero va ai giornalisti e ai collaboratori della testata e alle loro famiglie.Si può condividere o meno il pensiero di Francesco Storace, questa è la democrazia e vale per tutti ma non si può negare che questo signore della politica abbia un coraggio da leone e coerenza da vendere.Mi auguro che questo sia un arrivederci e non un addio. Grazie al ‘Giornale d’Italia’.