Salvataggi, la Ue avverte: le navi non possono riportare i migranti in Libia
Ancora un naufragio, ancora morti in mare. Davanti alla Libia continua il traffico dei migranti (domenica un’altra carretta è affondata con un nuovo bilancio di vite umane perse) che pone la Ue di fronte a scelte che la due giorni a Bruxelles ha affrontato solo in parte. A chi spetta il salvataggio? Che ruolo devono avere le Ong? Perché la legge del mare viene disattesa nei fatti? Dove riportare i disperati provenienti dalla Libia? Poche ore fa la Commissione Ue ha messo la parola fine alle polemiche di questi giorni. «Per quanto riguarda i salvataggi in mare di migranti da parte di unità con bandiera europa, le navi non possono riportare i migranti verso la Libia. È contro i nostri valori, il diritto internazionale e il diritto Ue», ha detto il portavoce Ue, Natasha Bertaud. Un segnale che completa uno dei punti dell’accordo faticosamente sottoscritto al Consiglio europeo di giugno che fa esplicito riferimento alla rotta del Mediterraneo centrale e invita tutte le navi a non ostavolare le operazioni della Guardia costiere libica e all’aumento degli sforzi per fermare i contrabbandieri. «L‘Unione europea continuerà a sostenere l’Italia e altri Stati membri in prima linea – si legge al punto 3 –rafforzerà il suo sostegno alla regione del Sahel, alla guardia costiera libica, alle comunità costiere e meridionali, alle condizioni di accoglienza umane, ai ritorni umanitari volontari, alla cooperazione con altri paesi di origine e di transito, nonché al reinsediamento volontario. Tutte le navi che operano nel Mediterraneo devono rispettare le leggi applicabili e non ostacolare le operazioni della Guardia costiera libica».
Intanto Claus-Peter Reisch, il capitano della nave Lifeline, ha ottenuto da un giudice maltese il rilascio dietro il pagamento di una cauzione di 11mila dollari. Al 57enne tedesco, capitano della nave della Ong attraccata il fine settimana scorso a Malta dopo giorni di un nuovo braccio di ferro diplomatico che ha coinvolto anche l’Italia e l’ha costretta al largo delle coste maltesi con oltre 230 migranti a bordo, viene contestata la registrazione irregolare della Lifeline. Il giudice Joe Misfud ha vietato a Reisch di lasciare l’isola, confiscandogli il passaporto ed impedendogli di dormire a bordo della nave prima della prossima udienza, fissata per giovedì. Durante l’udienza, attivisti e membri delle Ong hanno manifestato di fronte al Palazzo di Giustizia con cartelli e slogan, tipo “il salvataggio a mare non è un reato”.
Accidenti a noi .ma siamo capaci o no di farci rispettare da questi vichinghi del c****.Barbari erano e barbari rimangono.Il nostro governo senza se e senza ma deve chiudere non solo i porti ma anche i confini terrestri e incominciare a riportare a casa chi non può stare da noi.Più che altro chi delinque a casa sua in carcere.
Allora portateli in Francia che ha causato tutto questo caos in Libia!
e dove vorreste scaricarli?