Rai, il destino di Foa preoccupa più Berlusconi che Salvini. Ecco perché
Se la politica fosse una scienza esatta, il combinato disposto delle interviste rese da Paolo Gentiloni alla Stampa e da Silvio Berlusconi a Repubblica, entrambe incentrate sulle nomine Rai, autorizzerebbe a sospettare l’avvio di una manovra a tenaglia di Pd e Forza Italia i cui effetti sarebbero visibili il prossimo primo agosto, giorno in cui la Commissione di vigilanza si riunirà per ratificare a maggioranza qualificata la designazione di Marcello Foa a presidente dell’azienda di Viale Mazzini. In pratica, se le parole dei due ex-premier fossero seguiti da fatti, dovremmo concluderne che quel nome proposto dal governo giallo-verde i loro partiti non lo voteranno mai. Ma in politica quasi mai uno più uno fa due, specie se di mezzo c’è la Rai. Tre letterine che da quando Berlusconi è sceso in campo, un quarto di secolo fa, più che indicare l‘argenteria di famiglia della sinistra (copyright Giuliano Amato) evocano soprattutto il conflitto d’interessi. Messa così, la nomina di Foa cambia aspetto e rinvia la palla nella metà campo del Cavaliere: quale dei due Berlusconi prevarrà in Vigilanza? Il capo di un partito all’opposizione o il proprietario di Mediaset, azienda da sempre rispettosa condomina della Rai nella spartizione della torta delle risorse pubblicitarie? Nel primo caso, il Berlusconi politico, con Pd e forse FdI, assesterebbe al governo un ko che potrebbe rivelarsi micidiale: Di Maio e Salvini sarebbero costretti a ritirare il nome di Foa e a designarne un altro in grado di garantire non solo l’accordo interno alla maggioranza ma anche il gradimento di una parte della Vigilanza. Impresa tutt’altro che scontata. Nel caso, invece, il Berlusconi proprietario s’inchinasse all’interesse aziendale della “stabilità” del duopolio tv, Foa salterebbe il fosso e l’esecutivo tirerebbe un sospiro di sollievo. Ma a pagarne il conto potrebbe essere il Berlusconi politico. Un leader che facesse infatti prevalere il conflitto d’interessi piuttosto che l’interesse al conflitto contro un governo definito «mediocre» e del quale si dice oppositore, avrebbe margini di manovra risicatissimi per trattenere le proprie truppe se e quando l’opa di Salvini sul centrodestra dovesse farsi ancor più ostile.
Sulle nomine RAI Berlusconi ha sempre preso in giro il suo elettorato, complice la sinistra che non ha mai fatto una legge seria sul conflitto di interesse e ora che è fuori dalle stanze del potere e il suo amico Renzi non può fare nulla per lui, lui tenta di mercanteggiare per portare pubblicità alle sue reti alla faccia del suo elettorato. Berlusconi deve essere considerato “INAFFIDABILE”
Se Fdl e FI voteranno contro la nomina di Foa,temo che molti elettori di centro destra non li perdoneranno.,
Sono da sempre un elettore convinto di Centro-Destra, ma se in commissione di vigilanza i voti di Forza Italia e di FdI si alleassero con il PD e Leu votando contro la nomina a Presidente Rai di Marcello Foa, i due partiti non potrebbero contare mai più sul mio voto.
Berlusconi mi ha già imbrogliato per tanto tempo e quando la cosa è stata lampante me la sono legata al dito, ma se la Meloni dovesse bocciare Foa dimostrerebbe di essere un’ ipocrita degna del suo compare.
Marcello Foa e’ stato definito da esponenti qualificati del PD e soci un “pericoloso sponsor del populismo e del sovranismo”. Il solo fatto che costoro ne chiedano la non elezione dovrebbe avere una immediata risposta negativa, nel senso che dovrebbe essere eletto. La presa di posizione forzista non meraviglia piu’ di tanto, da quando il capo e’ stato sdoganato svolge egregiamente il ruolo di guastatore, cosa peraltro gia’ spiegata bene da E.Scalfari in un “di martedi'”, nei confronti di Salvini, quello che non mi spiego pero’ e’ l’opposizione di Fdl, “sovranismo e populismo” mi pareva fossero temi caldi e condivisi.