Morta a Monaco Gudrun Himmler: “Mio padre? Non ebbe colpe…”

1 Lug 2018 19:48 - di Antonio Pannullo

Non rinnegò mai il padre Heinrich né il nazismo. Come ha scritto Enzo Biagi nel suo Gli uomini del nazismo, Gudrun sosteneva che il padre non avesse colpe. Gudrun Himmler è morta il 24 maggio a Monaco, ma la notizia si è saputa soltanto nelle ultime ore, e solo perché il periodico tedesco Bild ha chiesto all’anagrafe di Monaco la conferma scritta del decesso. Era la figlia unica del capo delle SS Heinrich Himmler, un uomo potente quanto Adolf Hitler, che fu l’architetto dello sterminio, fautore dei campi di concentramento più famigerati della Germania e della Polonia. La figlia Gudrun era legatissima al padre, che la chiamava Puppi e lei Reisepappi, e che spesso la portava con sé nelle occasioni ufficiali. I giornali hanno riportato che una volta la portò anche in visita al campo di concentramento di Dachau, quando aveva appena 12 anni. Gudrun nacque nell’agosto del 1929, ed ebbe un’infanzia molti privilegiata, nella cerchia ristretta dei capi del nazismo. La sua vita cambiò alla fine della guerra, quando la madre Margaret Bodin la portò in Alto Adige, a Selva di Val Gardena, sotto falso nome. Il 13 maggio furono arrestate dagli americani e inviate in un centro di detenzione. Qui la sedicenne Gudrun apprese che il padre si era suicidato a Luneburgo, una città della Bassa Sassonia, mentre era prigioniero degli inglesi. Gudrun non credette alla versione del cianuro e accusò gli alleati di averlo assassinato. In realtà molti nazisti, tra cui lo stesso Hitler, Goering, oltre ai Goebbels e ai loro figli, morirono con le famose capsule di cianuro. I soldati inglesi poi interrarono il corpo di Himmler in un bosco presso Luneburgo, ma il suo corpo non fu mai ritrovato. Da allora la vita di Gudrun, che contrariamente ad altri figli di leader nazisti, non volle mai cambiare il cognome, fu difficile: cameriera, segretaria, qualunque lavoro facesse alla fine la sua identità veniva fuori e lei veniva licenziata. Abitò nei dintorni di Moncaco, dove sposò lo scrittore neonazista Wulf-Dieter Burwitz, attivista dell’Npd. Per tutta la vita poi Gudrun Himmler si dedicò alle associazioni di sostegno agli ex nazisti, in particolare alla Stille Hilfe (aiuto silenzioso), che assisté anche Erich Priebke. Ma Gudrun era l’anima dell’organizzazione OdessaOrganisation Der Ehemaligen SS Angehörigen  (organizzazione degli ex appartenenti alle SS)., resa celebre anche dal romanzo di Frederick Forsyth Dossier Odessa. Questa era un’associazione che aiutava gli ex SS ma in generale tutti gli ex nazisti fuggiti, tramite una rete di collegamenti e di complici che andavano dal Vaticano alla Spagna, al Belgio all’America latina. Anche il cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal ne conferma l’esistenza. Gudrun era immancabile a a tutte le riunioni degli ex nazisti e dei veterani delle SS, sia in Europa sia fuori dall’Europa. Era presente alle esequie di Rudolph Hess, morto nel carcere di Spandau, di cui era l’unico detenuto, all’inizio degli anni Novanta. Molti giornali tedeschi hanno ripostato che dal 1961 al 1963 lavorà presso l’Ufficio storico dei Servizi segreti, ma la notizia non è confermata, anche perché allora la Germania era ancora divisa in due e tutti sapevano chi fosse Gudrun Himmler. Gudrun non ha mai concesso interviste, e la sua attività era nota alle autorità tedesche, che a un certo punto misero fuori legge Stille Hilfe, la quale però si è trasformata nella Hng, un’associazione che si occupa dell’assistenza ai prigionieri politici in Germania. L’anno scorso la scrittrice Tania Crasnianski ha pubblicato un libro, I figli del nazisti, in cui si affronta il dramma di essere nati con un fardello pesantissimo, più grande di loro, e si raccontano le loro vite difficili dopo la guerra ma soprattutto il loro rapporto con i genitori, i quali sembravano avere una doppia vita: irreprensibili in famiglia, quanto spietati e criminali fuori di casa. Ai tempi del processo Eichmann, uno degli psichiatri che studiò il prigioniero, fu costretto ad ammettere che in famiglia Eichmann aveva un atteggiamento “emcomiabile”, come a quanto pare anche Himmler. Qualcuno dei figli dei nazisti ha cambiato nome, qualcuno è diventato cattolico o ha aderito all’ebraismo, quasi nessuno si è occupato di politica. Uno dei pochi che lo ha fatto è Manfred Rommel, morto nel 2013, figlio della Volpe del Deserto, che a 14 anni dovette assistere al suicidio del padre per volontà di Hitler. Rommel è stato sindaco di Stoccarda per la Csu. Per il figlio di Ribbentrop il padre fece quello che in quel momento gli sembrava giusto. Certo è difficile giudicare i propri genitori e credere a ciò che viene detto su di loro. Scrisse Hanna Arendt, a proposito di Eichmann, della banalità del male e delle totale mancanza di empatia e di sentimenti dei leader nazisti, e finora rimane l’analisi più lucida di questo grande mistero. La Crasniansky, nell’introduzione dl suo libro, ipotizza infine che nel caso di Gudrun Himmler l’estremismo fanatico fu un mezzo per evitare la pressione dei crimini commessi dal padre, pressione che altrimenti sarebbe stata insostenibile.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • CARLO 17 Gennaio 2020

    non era figlia unica !

  • Alessandro 2 Luglio 2018

    Per inciso Hess è morto nel 1987, non nei “primi anni 90″… per il resto pessimo articolo, come già detto, degno di Repubblica.

  • Andrea 2 Luglio 2018

    Vorrei fare i miei complimenti al giornalista per aver descritto la storia di Gudrun Himmler nei minimi particolari.Ciò denota una profonda conoscenza della Storia e soprattutto la voglia di saperne di più e il desiderio di fare partecipi anche i pigri o gli indifferenti di fatti importanti e drammatici che si sono verificati molti anni fa.Grazie.Il primo commento sinceramente non riesco a comprenderlo.

  • sergio 2 Luglio 2018

    un articolo degno di ‘Repubblica’.

  • Taddei Roberto 2 Luglio 2018

    Personalmente non ho simpatie per i tedeschi ma ogni nazione in guerra commette crimini. Se uno nn é stupido la storia la ricorda bene. Ad esempio solo uno le bombe atomiche della 2″guerra come le chiamiamo ? Sterminio di massa o cosa ? Anche gli USA sono criminali nel dna.

    • Viorel 2 Luglio 2018

      E vero che ogni nazione commette dei crimini in guerra, però non è vero che tutti questi crimini sono architettati,premeditati e portati al rango di dottrina comei crimini commessi dai nazisti. La guerra e il massimo del male che può commettere l’uomo ,pero organizzare per anni,perseguire con precizione e crudeltà e construire strutture aposta dove ucidere la gente solo perche di razza diversa o convinzioni diverse e il massimo della malvagità umana.

    • Orefice Francescosaverio 2 Luglio 2018

      Taci rinnegato…riposi in pace la povera Gudrun…le colpe dei padri non ricadono sui figli…come invece predicano i nasoni…

      • giulia 2 Agosto 2018

        spero che lei stia scherzando! le colpe dei padri non ricadono sui figli se questi prendono le distanze dalle atrocità commesse dai genitori!! se le esaltano e addirittura le celebrano sono colpevoli tanto quanto la generazione precedente!!!