Marchionne appeso a un filo. Un amico svela la sua malattia: «Colpa del fumo»
Viene tenuto in vita con l’ausilio delle macchine sanitarie, ma il suo stato è di coma profondo e irreversibile. La vita di Sergio Marchionne è appesa a un filo che si potrebbe spezzare da un momento all’altro e nessuno, tra i medici che lo tengono in cura, coltiva alcuna speranza di un possibile recupero. L’ex ad di Fca resta ricoverato in terapia intensiva in condizioni irreversibili presso l’ospedale universitario di Zurigo. Al momento non ci sono conferme da parte dell’azienda né sono previsti bollettini medici. Il top manager si trova nell’istituto svizzero da oltre tre settimane, reduce da un’operazione alla spalla destra che si doveva risolvere con un breve periodo di convalescenza. Al suo capezzale la compagna Manuela Battezzato e i due figli avuti dalla prima moglie Orlandina, Alessio Giacomo (classe 1989) e Jonathan Tyler (1994).
Intanto, dai giornali, emergono i primi dettagli sulla malattia che avrebbe colpito Marchionne, forse un tumore al polmone, collegato al vizio del fumo che il manager coltivava da anni. Lo svela uno dei suoi migliori amici, l’avvocato Franzo Grande Stevens, in una lettera di cui oggi danno conto tutti i media nazionali e internazionali. «Il dolore è indicibile, quando dalla tv di Londra appresi il giovedì sera che era stato ricoverato a Zurigo, pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita. Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette. Tuttavia quando seppi che era soltanto un ‘intervento alla spalla sperai. Invece, come temevo, da Zurigo ebbi la conferma che i suoi polmoni erano stati aggrediti e capii era vicino alla fine», spiega Grande Stevens. «Marchionne – conclude – ha lasciato una società che ha raggiunto l’incredibile risultato dell’azzeramento del debito e l’avvio di una vita di successi. Mi auguro che sulla strada che egli ha tracciato, sul suo esempio, la Fca prosegua con gli stessi risultati…».
Non lo mai conosciuto ma le sue capacita sono sstrabilianti.
E’ stato sfortunato, molti fumano e campano cent’anni, tutti sanno che chi fuma corre dei rischi, se uno smette ci vogliono da 20 a 25 anni affinchè i polmoni si autodepurino, quindi dipende tutto dal sistema immunitario e la vita ultra stressante e sregolata da Lui sostenuta è la causa vera che ha debilitato il suo sistema difensivo facendo esplodere il punto debole. Mi dispiace moltissimo.
Esatto. Abbiamo l’area della cd”Padan. con la peggiore qualità dell’aria (Euronews TV, tutti i giorni il raffronto con molte capitali europee) e: attenti, non fumare! Pagliacciate
MIO CUGINO ADRIANO NON FACEVA CHE SMETTERE DU FUMARE” … LUI FUMAVA MA STAVA SEMPRE PER SMETTERE E QUELLO ERA L’ULTIMO PACCHETTO…. POI ALLA FINE HA SMESSO,,, DUE ANNI FA.. PER SEMPRE!
magari, sarebbe bellissimo (specialmente per i giovani)
ma… le lobby del Tabacco, cioè i privati (pochi) che lucrano dalla malattia e morte dei tabagisti
(oltrechè dall’acquisto costante e proptratto di molti pacchetti di sigarette)
sono fortissime e influensano regole e normative da almeno 30anni (dalla fine del Monopolio Pubblico
LO stato dovrebbe vietare fumo ed alcool a tutte le età e cosi si ridurrebbe la mortalità e il costo sanitario.
Ben detto, amico.
Ho fumato qualche sigaretta dai 20 ai 50 anni di età dopo avere smesso con gran fatica ho recuperato molto in salute e sono relativamente efficiente malgrado i 95 anni compiuti l’8 aprile. Fumare è una idiozia imperdonabile. Conviene smettere e magari, come nel mio caso, consolarsi con la prospettiva di fumare l’ultima sigaretta sul letto di morte.
..e l’uso delle auto a benzina, diesel, dei camion, degli autobus a gasolio, del riscaldamento.. Questo non fa male vero ?
Si,ma se ci aggiungi alcool e tabacco ,il quadro è completo,lo smog non si può evitare, purtroppo,ma l’alcool e il fumo si…