Civitavecchia, è scontro fra i camalli e l’Enel sullo scarico del carbone

5 Lug 2018 18:37 - di Paolo Lami

Al centro della disputa ci sono 5 milioni e mezzo di tonnellate di carbone. Tante ne “digerisce”, ogni anno, la centrale termoelettrica di Torrevaldaliga nord, a Civitavecchia. Una montagna di materiale scaricato da 300 “camalli”, i portuali specializzati di Civitavecchia che un vecchio accordo lega indissolubilmente – o, almeno così si pensava fino a qualche giorno fa – all’Enel. Che della Centrale termoelettrica a carbone – 1980 MW di capacità totale installata – è proprietario.

Dieci anni fa, quando la centrale fu riconvertita a carbone, Enel firmò un Protocollo in sostegno alle imprese locali. Era una specie di risarcimento al territorio di Civitavecchia, dove c’è un alto tasso di mortalità per mesotelioma pleurico, e ai suoi cittadini. La società Minosse Spa, insieme alla Compagnia portuale di Civitavecchia, gestisce da dieci anni, in esclusiva per Enel, il carico e lo scarico del carbone per la centrale termoelettrica.
«Ora – accusano i camalli – si sono dimenticati di tutto». Tutto è, appunto, quell’accordo. Che l’Enel sembra intenzionato a stracciare in nome di un risparmio sui lavori di movimentazione del carbone.

Enel ha deciso di indire una gara per trovare un nuovo operatore. Una scelta contro cui i portuali hanno deciso di incrociare le braccia, proclamando uno sciopero che scatterà mercoledì 11 luglio e sarà «a tempo indeterminato».

«Si rischia il blocco del porto, visto che i camalli della Compagnia portuale si occupano di scarico delle navi ma anche di scarico dei bagagli, quindi anche le navi da crociera sono a rischio. Ricordiamo che ormai il porto di Civitavecchia è il terminal crocieristico numero uno in Europa. Non solo. Non scaricando più carbone, ci potrebbero essere problemi energetici a livello nazionale. Terna è già stata allertata».

«Enel sta facendo una prova muscolare contro lavoratori e territorio. Ormai tutti vogliono fare gare al massimo ribasso ed Enel non fa eccezione ma così rompe un patto decennale con il territorio, rompe una pace sociale», dice Gino Capponi, presidente di Minosse Spa.

Enel «in base alla legge 84/94 sui porti non può fare questa gara – insiste Capponi – Noi abbiamo avviato una denuncia penale alla procura Civitavecchia e la stessa Autorità portuale li ha diffidati nel continuare questa procedura. E poi Civitavecchia ha già pagato a caro prezzo la presenza della centrale prima ad olio e ora a carbone, c’è un alto tasso di mortalità per mesotelioma pleurico».

Sotto accusa è finito anche il sindaco cinquestelle di Civitavecchia, Antonio Cozzolino: «non tutela il territorio. Nell’indire questa gara Enel ha consultato Cozzolino e ha scelto di andare avanti con la sua approvazione», dice il presidente di Minosse Spa. Lunedì prossimo è in programma una manifestazione proprio davanti al Comune di Civitavecchia per protestare contro il sindaco grillino.

 

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