Chi aggredisce i poliziotti vada in galera: la proposta di FdI che evita sotterfugi
Chi pesta i poliziotti vada in galera senza escamotage giuridici o norme che aggirino la detenzione: questa, in grande sintesi, la proposta di FdI, al momento solo un disegno di legge depositato a Palazzo Madama dal senatore di Fratelli d’Italia Franco Zaffini, che – visto il tema – già anima il dibattito. Un dibattito destinato ad alzare la temperatura della polemica politica e che, tra discussioni sulle misure alternative alla detenzione e, di contro, la garanzia giuridica di una pena adeguata– tutti escamotage che al momento il codice penale prevede e assicura – promette scintille.
Chi pesta i poliziotti vada in cella: la proposta di legge di FdI
La proposta depositata dal partito di Giorgia Meloni, infatti, punta ad alzare la pena minima fissata al momento per le violenze contro i poliziotti, perseguendo un obiettivo chiaro e semplice e condiviso da molti sebbene fin qui subordinato ad altro; un principio-base che Zaffini riassume e chiarisce in termini netti e inequivocabili: «Chi aggredisce le forze dell’ordine deve andare in carcere». Un ragionamento alla base del disegno di legge proposto e depositato in Senato, che potrebbe incontrare il favore della Lega e del ministro dell’Interno Salvini in particolare, come noto sensibile ai temi della tutela fisica e della difesa giuridica di tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine. «Quante volte agenti e carabinieri malmenati hanno dovuto poi guardare inermi la rapida scarcerazione dei violenti? Già, perché se è vero che dare un pugno in un occhio a un poliziotto è un reato punito col carcere, spesso (dice Fdi) alla fine il condannato se la cava con misure alternative alla detenzione»: questo sostiene il primo firmatario della proposta e questo riferisce un servizio de il Giornale online in queste ore, per spiegare cosa ha indotto l’esponente di FdI a ripensare norme e provvedimenti sul tema.
Ecco invece cosa prevede attualmente il codice
Del resto, come noto, attualmente il codice penale per i reati di minaccia, violenza e resistenza a pubblico ufficiale prevede una pena alla «reclusione da sei mesi a cinque anni», un paletto giuridico molto spesso – per non dire quasi sempre – aggirato con soluzioni alternative alla detenzione, a meno che l’imputato non presenti a suo carico altri precedenti. Un paletto fissato su un terreno sdrucciolevole come quello in cui ci confinano le norme attuali, secondo cui, come spiega lo stesso Zaffini, sono previste «misure alternative al carcere per coloro che vengono condannati a pene inferiori ai quattro anni». In parole povere: niente galera per chi malmena un agente. Per questo, e a tutela della salute e della dignità delle forze dell’ordine tutte (polizia, carabinieri, guardia di finanza, agenti penitenziari e municipali svolgono i loro compiti istituzionali) FdI tramite il suo esponente umbro – e registra il Giornale –propone di «alzare le pene previste per i reati di aggressione, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale da quattro anni a dieci anni, prevedendo un’ipotesi aggravata quando si fa utilizzo di armi. In questo modo il giudice non potrebbe in nessun modo infliggere una sentenza inferiore a 48 mesi, rendendo di fatto automatica il passaggio dalla prigione per i malviventi».
Da 5 a 10 o piu’ anni mi sembra piu’ giusto e deve valere anche per tutti i cittadini .
Nessuna scappatoia per gli stranieri o gli “italiani” figli di stranieri .
Saro’ anche razzista ma l’educazione a questi qua’ la si insegna solo col bastone .
Il buonismo , la tolleranza , il perdono con i delinquenti partorisce solo altri delinquenti
proposta sacrosanta. Anzi, fin troppo morbida. Sarebbero necessarie pene ben più severe e, soprattutto, autorizzare la polizia a sparare se aggredita.