Campania, la rivoluzione del Difensore civico: «Imporrò il metodo-Fortunato»

24 Lug 2018 12:25 - di Antonio Marras

Ha studiato da fine avvocato ma si muove con i metodi spicci del boxer. Giuseppe Fortunato, uscito vincitore dal duello con la giunta De Luca per ko all’ottava ripresa, più che i pugili ama imitare i filosofi: Diderot, per esempio, che iniziò la sua rivoluzione contro il ciarpame indossando una vestaglia pulita. «La mia funzione serve per ricondurre il potere pubblico al rispetto delle regole. Chi non ha capito che è cambiato tutto, non ha capito niente», dice Fortunato nella sala stampa intitolata al compianto giornalista Marco Suraci in quella che definisce una conferenza stampa non di presentazione del suo nuovo incarico di Difensore Civico ma di consuntivo di quanto appena fatto: «In una settimana ho già messo in mora 550 comuni della Campania al rispetto della privacy dei loro cittadini, ma anche le pari opportunità e combattere le discriminazioni sui posti di lavoro».

Il menu su cui si vuole cimentare l’Ombudsman campano è articolato: fisco, debiti della pubblica amminstrarzione, burocrazia, malasanità, deontologia professionale, fake news, meritocrazia nei concorsi, trasparenza nelle nomine, attuazione di leggi, esercizio di poteri sostitutivi. La giunta e la maggioranza di De Luca, che negli anni hanno provato a sistemare su quella poltrona persone più “affini”, rischiano di ritrovarsi così un pezzo di opposizione all’interno dei propri uffici, un “filibustering” non politico e di parte ma neanche neutro e immobile rispetto ad eventuali abusi e indampienze.

«Lavoro gratis, ma lo faccio per passione, adoro la difesa civica da sempre ma proprio la mancanza di un compenso è uno dei sistemi che la politica in questi anni ha utilizzato per svuotare questo strumento, per evitare che i più capaci vi ci si dedicassero». Affondare la burocrazia, dunque, questo l’obiettivo, come nel 1628 quando il Re svedese ordinò che il vascello “Vasa” fosse sproporzionatamente dotato di un numero esagerato di cannoni e ne determinò così l’affondamento e la conseguente strage. Fu allora che gli svedesi compresero che anche il Re può sbagliare e pretesero che fosse nominato un ispettore (l’Ombudsman) che vigilasse sull’operato del Sovrano. Nasceva la difesa civica. Oggi il Re si chiama De Luca, ma anche Stato, politica, Equitalia, politici, amministratori locali, sistema sanitario, gestori di servizi pubblici, enti appaltatori, chiunque eserciti un potere in maniera discriminatoria.

«Voglio imporre il metodo-Fortunato», spiega il Garante dei cittadini – con una lunga storia politica a destra – che in particolare annuncia battaglia sull’annoso problema dei debiti della pubblica amministrazione, “che spesso creano un circuito vizioso che porta le aziende in attesa di essere saldate a ricorrere all’usura”. «I miei poteri mi consentono di intervenire direttamente», minaccia Fortunato, nel giorno in cui la più potente organizzazione cooperativa di sinistra, l’Alleanza delle Cooperative italiane,  chiede un intervento al governo per ridurre i ritardi nei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche verso i fornitori e  lancia una denuncia da brivido: «Negli anni della crisi sono fallite 100.000 imprese a causa dei ritardi di pagamento della pubblica amministrazione. E il peggio deve ancora arrivare». Pane (bipartisan) per i denti del Garante napoletano.

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  • Graziella Iaccarino-idelson 25 Luglio 2018

    EVVIVA !!!!!!!!!!!