Trump e Kim, è patto storico: ecco le promesse e gli accordi. «Il passato alle spalle» (Video)
Su un punto almeno concorda il mondo intero: quello di oggi a Singapore tra il presidente americano Donald Trump e il dittatore nord-coreano Kim Jong-un è un incontro storico: di quelli destinati a cambiare la storia che, solo fino a qualche settimana fa, sembrava già scritta con il punto messo su un insidioso nulla di fatto, e articolata su passaggi che, tra accuse e recriminazioni, ingiurie e scuse, si chiude invece oggi con un punto esclamativo che rafforza l’importanza della svolta firmata a quattro mani dai sue leader che, interrotto il braccio di ferro, hanno siglato il patto di non belligeranza con una paparazzatissima stretta di mano.
Lo storico incontro tra Trump e Kim Jong-un: le tappe salienti
L’appuntamento con la storia è iniziato puntuale. Sono passate da poco le 9 a Singapore (le 3 di notte in Italia) quando il presidente americano Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un si stringono la mano. È un summit storico, blindatissimo e seguitissimo, il primo faccia a faccia tra i leader dei due Paesi, che si sono incontrati al Capella Hotel, nell’isoletta di Sentosa. Ripercorriamo allora, riassuntivamente suddivisi in tappe, i momenti dello storico incontro.
- L’incontro. Kim e Trump si sono tesi la mano, sullo sfondo le bandiere con la stella rossa della Corea del Nord e quella statunitense a stelle e strisce. Poi il presidente americano ha appoggiato la mano sinistra sulla spalla di Kim e ha parlato: «Mi sento alla grande. Avremo un’ottima conversazione e sarà un incredibile successo». «Non è stato facile arrivare qui – ha replicato Kim – ci sono stati degli ostacoli ma li abbiamo superati e ora eccoci».
- Faccia a faccia. Dopo essersi mostrati in pubblico, i due si sono seduti allo stesso tavolo per un meeting one-to-one. Un colloquio a porte chiuse, solo con i due interpreti. 40 minuti più tardi Kim e Trump sono usciti insieme raggiungendo le rispettive delegazioni per un pranzo di lavoro e si sono stretti di nuovo la mano davanti alle telecamere. Con Trump c’erano il segretario di Stato Mike Pompeo, John Bolton, il consigliere per la sicurezza nazionale e John Kelly. «Molti penseranno che sia un fantasy, un film di fantascienza», sembra abbia detto Kim a Trump, secondo quanto riferisce la Cnn. Parlando con i giornalisti, il presidente americano ha fatto sapere che l’incontro è andato «meglio di quanto chiunque potesse immaginare. Il massimo». Quindi ha annunciato che inviterà Kim alla Casa Bianca. Del resto, la promozione sul campo è stata sublimata da una lusinghiera dichiarazione rivolta direttamente dal tycoon al suo interlocutore, arrivata dopo mesi di battibecchi e e insulti, e ovviamente rilanciata dai media di tutto il mondo: «È un uomo di grande talento, che ama moltissimo il suo paese»…E i cronisti in sala non possono che applaudire.
- Il documento. Quindi, seduti uno accanto all’altro, i due leader hanno firmato un «documento completo», come definito dallo stesso presidente Usa, non meglio definito e non ancora illustrato nei dettagli alla stampa internazionale presente al vertice. «Siamo onorati» di firmarlo, ha affermato Trump. Poi, rispondendo alla domanda di un giornalista, il presidente americano ha rimarcato che il processo di denuclearizzazione della Corea del Nord «inizierà molto velocemente». La Penisola Coreana vedrà un «cambiamento», ha aggiunto Trump, sottolineando di avere instaurato un «legame speciale» con Kim. Secondo quanto riferisce la Bbc, in uno dei quattro punti principali della dichiarazione appena firmata a Sentosa, Pyongyang si impegna a una «completa denuclearizzazione». «Riaffermando la Dichiarazione di Panmunjon del 27 aprile 2018 – si legge – la Corea del nord si impegna a lavorare in direzione di una completa denuclearizzazione della penisola coreana».
Completa denuclearizzazione della penisola coreana: il passato è alle spalle
Oltre alla denuclearizzazione della penisola coreana, tra i punti del documento figurano l’impegno a «stabilire nuove relazioni bilaterali che rispecchino il desiderio dei popoli dei due paesi di pace e prosperità»; lo sforzo comune «per costruire uno stabile e duraturo regime di pace nella penisola coreana»; l’impegno a recuperare le spoglie dei soldati americani dichiarati Missing in action (Mia) durante la guerra di Corea, e l’immediato rimpatrio delle spoglie di quanti sono già stati identificati. Nella dichiarazione congiunta figura inoltre l’impegno dei due Paesi a tenere «alla prima data possibile» ulteriori negoziati guidati dal segretario di Stato americano Mike Pompeo e da un funzionario di alto livello della Corea del Nord. Trump, si legge ancora nel documento, si impegna a fornire «garanzie di sicurezza» alla Corea del Nord. E allora, la domanda che tutti si stanno ponendo in queste ore, sorge spontanea: il passato è davvero alle spalle? E a rispondere provvede direttamente lo stesso Kim: «Abbiamo avuto un incontro storico – ha osservato il leader nordcoreano – abbiamo deciso di lasciarci passato alle spalle. Il mondo vedrà un grande cambiamento», ha quindi ribadito Kim, che ha ringraziato Trump «per aver reso possibile questo incontro». Infine, dopo aver firmato il documento, Kim e Trump hanno lasciato Sentosa, l’isoletta in cui si è svolto il vertice, diretti a Singapore. Il convoglio con a bordo la delegazione del presidente americano si è diretto verso la strada che collega l’isola a Singapore. Anche il convoglio di auto della delegazione del presidente nordcoreano ha lasciato Sentosa. Kim ripartirà da Singapore entro poche ore, mentre alle 19 (ora locale) l’Air Force One decollerà per iniziare il viaggio di ritorno.