Svolta in Arabia Saudita: da domenica le donne potranno guidare

20 Giu 2018 15:56 - di Guido Liberati

Domenica per la prima volta nella storia dell’Arabia Saudita le donne potranno mettersi al volante. La revoca del divieto, annunciata lo scorso settembre, rientra nell’ambizioso programma di riforme, sociali ed economiche, promosso dal giovane principe ereditario da Mohammed bin Salman per modernizzare il regno. Nelle ultime settimane sono state tante le donne che sui social hanno condiviso le foto delle loro nuove patenti. Sara Alrumikhani è una di loro. Guidare, ha scritto su Twitter elogiando il principe ereditario, “non è più un sogno, è un sogno che è diventato realtà”. Tuttavia la strada verso la revoca del divieto è stata segnata dal giro di vite che ha colpito attivisti per i diritti delle donne, anche quelli che si sono battuti affinché possano mettersi al volante. “È sconvolgente per me assistere a un attacco così feroce”, ha detto Hala Aldosari, attivista e ricercatrice saudita negli Usa, in dichiarazioni all’agenzia di stampa Dpa.

L’opinione pubblica dell’Arabia Saudita è favorevole alla riforma

Tutto è iniziato a maggio con l’arresto di almeno 19 persone, che negli anni si sono battute per i diritti delle donne e l’abolizione del divieto di guida. Alcune sono tornate in libertà, di altre non si sa nulla. Sono accusate di aver coordinato cittadini e organizzazioni per compromettere la sicurezza, la stabilità e l’unità del regno. Per anni le donne saudite si sono battute affinché cadesse il divieto di guida. La prima sfida alla monarchia risale al 1990. Altre campagne organizzate dopo il 2011 hanno portato a diversi arresti e le attiviste sono state rilasciate solo con un impegno scritto a garanzia che non si sarebbero più messe alla guida. Per l’editorialista Jamal Khashoggi il giro di vite contro gli attivisti è del tutto inutile “perché i sauditi sostengono la riforma”. Tra le riforme ci sono l’apertura dei cinema dopo un divieto rigidamente osservato sin dagli anni Ottanta – con rarissime eccezioni – e l’inserimento di un maggior numero di donne nel mondo del lavoro. Negli ultimi mesi in Arabia Saudita sono stati rotti tanti tabù: sono stati organizzati concerti, come quelli del re della musica rai Cheb Khaled e del rapper americano Nelly, c’è stato un raduno di appassionati di fumetti e cultura pop e alle donne – per la prima volta – è stato permesso di entrare negli stadi per assistere a partite di calcio maschili.

In Arabia Saudita giornata storica

Nel regno, dove molti edifici hanno ingressi separati per donne e uomini e dove le donne devono rispettare in pubblico un rigido codice di abbigliamento, non mancano voci contrarie al piano di riforme: gli ultraconservatori considerano le svolte sociali promosse dal governo una minaccia per l’identità culturale e religiosa. Per la ricercatrice di Human Rights Watch, Rotha Begum, l’obiettivo del giro di vite è veicolare il messaggio secondo cui Mohammed bin Salman “è l’unico riformatore nel Paese e i cittadini non possono chiedere riforme, possono solo essere grati”. Gli arresti sembrano agli osservatori un tentativo per annientare ogni forma di attivismo politico: la revoca del divieto di guida sposterà inevitabilmente il focus sul sistema della tutela: i ‘guardiani’ delle saudite sono i padri, i mariti, i fratelli che devono dare loro il permesso anche per studiare o viaggiare.

Commenti

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  • Stefania kachadoorian 20 Giugno 2018

    Questi beduini violenti misogeni pedofili ed ignoranti la macchina non dovrebbero nemmeno possederla ( e neppure il telefono, il computer, la lavatrice, la biciclette, l’ aero, il treno, l’ orologio, il televisore, etc.etc. ) in quanto NON HANNO ASSOLUTAMENTE CONTRIBUITO a crearla bensi’ ad ostacolarne la creazione per millenni e ad approfittare della scoperte e lavoro altrui da perversi parassiti quali sono.