Stadio della Roma, indagato anche Malagò: avrebbe chiesto “favori” a Parnasi

15 Giu 2018 13:40 - di Redazione

Il capo dello sport, il potentissimo Giovanni Malagò, presidente del Coni, entra prepotentemente nell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione delle concessioni e degli appalti per la costruzione del nuovo stadio della Roma, a Tor di Valle. Tutto nasce dalla necessità di ottenere il via libera anche dal Coni su alcune opere relative allo stadio. L’imprenditore Parnasi, al centro dell’inchiesta, dopo un iniziale parere non del tutto positivo del Coni su alcuni parcheggi poi modificato, avrebbe incontrato Malagò al Circolo Aniene di Roma e quest’ultimo gli avrebbe presentato il compagno della figlia «allo scopo – si legge nell’informativa dei Carabinieri – di creargli un’occasione professionale». L‘indagine della pm Barbara Zuin e dell’aggiunto Paolo Ielo ipotizza che Malagò avrebbe ottenuto “utilità” da Parnasi. L’11 marzo scorso, Parnasi e Malagò si vedono e quest’ultimo gli dice: “Dopo arriva Gregorio (il fidanzato della figlia, ndr), te lo volevo presentare. Se giù si fa qualcosa sono contento! Se non si fa, problemi per me non esistono!”. E dopo? Cosa succede? Secondo quanto scrive Repubblica, Parnasi gli chiede se sia intenzionato a trasferirsi a Roma a parità di stipendio (4,5 mila euro al mese) e quello gli risponde di sì. Secondo gli inquirenti, intanto, il parere del Coni sui parcheggi era stato modificato nel 2017 dando il via libera ai lavori, da “non conformi” a “conformi” .

Malagò, interpellato da Repubblica, è categorico: “Questa cosa qui non esiste, non è mai esistita”.

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