Sottogoverno, le manovre del M5S per conquistare le poltrone che contano

7 Giu 2018 13:24 - di Milena De Sanctis

Incassata la seconda fiducia, nel governo scattano limature e spostamenti per trovare la quadra in un complicato gioco d’incastri. Che muove equilibri delicati perché il malcontento è dietro l’angolo. In casa 5 Stelle si continua a lavorare alla partita viceministri e sottosegretari. Ben 5 vice e 20 sottosegretari il “bottino” portato a casa dai 5 Stelle nel braccio di ferro con la Lega sulla squadra di governo. La partita si intreccia con quella delle commissioni e degli uffici di presidenza, in un delicato risiko che rischia di generare più di un malcontento. Ed è ancora in corso il muro contro muro con la Lega sulla delega per le telecomunicazioni  mentre quella sui servizi segreti resterà in capo al premier Giuseppe Conte. Trattativa serrata anche sull’editoria, una delega che fa gola ai grillini che intendono portare avanti la battaglia sui tagli ai fondi pubblici (in pole sempre il senatore e giornalista Primo Di Nicola).

M5S, corsa per le poltrone di sottogoverno

Decisiva sarà la prossima settimana, quando scatterà il D-day per il “sottogoverno”. Intanto continuano a circolare nomi, mentre Luigi Di Maio, nel corso dell’assemblea congiunta di qualche ora fa, si è guardato bene dal rivelare nomi e caselle, arginando con una battuta la “febbre da poltrona” che agita le file pentastellate: «Qualcuno dovrà pur fare il parlamentare…», si è schernito coi suoi. Il vicepremier ha raccontato come, negli ultimi giorni, gli siano arrivati parecchi messaggi contenenti “auto-candidature”: ci sarà spazio per il contributo di tutti nel corso della legislatura  – il ragionamento del ministro del Lavoro – ma non necessariamente nelle stanze dei bottoni.

A completare la squadra di governo dovrebbero andare diversi fedelissimi, tra questi ultimi Emanuela Del Re, che potrebbe diventare viceministro agli Esteri e avere la meglio su Manlio Di Stefano, ben visto anche dalla Lega ma ora in pole per la presidenza della commissione Esteri. Per il Mise, invece, si fa il nome dell’economista ed ex professore a Pretoria Lorenzo Fioramonti.

Al Mef sembra averla spuntata Laura Castelli per il ruolo di viceministro, mentre Stefano Buffagni dovrebbe diventare sottosegretario ma con deleghe di peso. Sempre che il parlamentare lombardo, molto vicino a Casaleggio padre, non finisca per riempire una casella del ministero dello Sviluppo economico al fianco di Di Maio. All’Istruzione continuano a salire le quotazioni dell’abruzzese Gianluca Vacca, mentre viceministro dell’Interno potrebbe diventare il senatore Vito Crimi, in odore di delega ai servizi segreti prima che Conte sparigliasse.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *