Migranti, Salvini avverte l’Europa: «O ci date una mano o scegliamo altre vie»

4 Giu 2018 17:22 - di Gigliola Bardi

«Occorre buonsenso. Quello degli sbarchi e dell’accoglienza di centinaia di migliaia di “non profughi” non può continuare ad essere un problema solo italiano. O l’Europa ci dà una mano a mettere in sicurezza il nostro Paese, oppure dovremo scegliere altre vie». Alla vigilia della riunione europea sui migranti, che si terrà domani in Lussemburgo, Matteo Salvini torna sul tema dell’accoglienza. E, pur nella sua nuova veste di neoministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, lo fa sintetizzando in un tweet la linea che intende imprimere alla politica italiana, sia in sede comunitaria, sia in sede nazionale.

Al primo punto dell’ordine del giorno ci sono la riforma del regolamento di Dublino e le nuove politiche relative all’asilo in discussione tra i ministri europei. «Domani c’è l’ennesima riunione sull’immigrazione in Lussemburgo, io sarò al Senato perché c’è la fiducia. Ma invieremo una nostra delegazione per dire no: il documento in discussione invece di aiutare penalizzerebbe ulteriormente l’Italia e i Paesi del Mediterraneo facendo gli interessi dei paesi del Nord Europa», ha ribadito Salvini ai microfoni di Rtl 102.5, sottolineando che «le parole non bastano più: occorre un intervento economico e giuridico». Si tratta di una posizione largamente anticipata dal ministro dell’Interno, che subito dopo la nomina ha voluto dare un segnale recandosi, già domenica, a visitare l’hotspot di Pozzallo. «Serve una risposta europea», ha chiarito in quella sede Salvini, aggiungendo che «l’Europa per il momento all’Italia ha messo solo gran dita negli occhi e io ricordo che l’Italia ogni anno lascia a Bruxelles 6 miliardi di euro in contanti. Aspettiamo che la Merkel passi dalle parole ai fatti, perché finora la Germania come la Francia hanno ostacolato qualunque passo in avanti a tutela degli interessi italiani».

Un punto su cui l’esponente leghista è tornato anche nel corso della sua intervista radiofonica, nel corso della quale ha ammesso che «non ci sono bacchette magiche», ma ha ribadito che «occorre dare un segnale concreto». «Occorre lavorare sulla riduzione dei costi. Non è possibile – ha ribadito Salvini – che l’Italia sia il Paese che paga di più chi soggiorna qui e fa domanda per l’asilo politico, e occorre lavorare sui tempi: non è possibile che ci si mettano 2 anni e mezzo dallo sbarco alla chiusura della pratica di asilo politico».

Commenti

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  • Andrea 4 Giugno 2018

    Nemmeno una riga sui morti affogati nel mar Egeo , nemmeno una riga sui piccoli che non ce l’hanno fatta .Forse perché non appartengono alla razza bianca tanto cara al nuovo Governatore di Regione Lombardia e ai nostalgici del Ventennio? Seondo il mio moderato parere c’è un dovere di cronaca che non andrebbe mai omesso ovviamente sempre nel rispetto delle disposizioni impartite dalla direzione del giornale .Se poi nemmeno la tragica scomparsa di un bambino suscita un minimo di umana pietà e tristezza perché si tratta pur sempre di un essere umano e l’ indifferenza prende il sopravvento la cosa è particolarmente drammatica e ci pone la domanda se veramente siamo diversi dagli altri esseri viventi oppure no.Bene ha fatto il ministro Salvini a ribadire che per lui tutti i piccoli sono sacri e che proprio per questo non come ministro bensì come padre che ama i suoi figli querelerà lo scrittore Saviano per le sue incaute affermazioni.