Migranti, mastica amaro l’ala sinistra del M5S che fa capo a Fico
Mastica amaro la sinistra M5s. E, di fronte alla linea ferma del governo sui migranti, prova a organizzarsi come può. In casa pentastallata si cerca, raccontano i retroscena, una «linea alternativa, anche se non divergente da quella di Salvini». Una posizione che guarda soprattutto ai deludenti risultati elettorali delle comunali, in cui il M5S è sceso al 12,1% dal 32,7% delle politiche. I problemi rispetto al tema migranti, però, fra i Cinquestelle sono più profondi di così e attengono alle diverse culture politiche che convivono nel movimento. C’è, insomma, un’ala ideologicamente di sinistra alla quale la linea del rigore proprio non va giù, anche al netto del rischio politico di essere fagocitati dalla Lega.
A capitanare quest’ala è il presidente della Camera Roberto Fico, che in un’intervista a Repubblica di un paio di giorni fa, nel pieno della crisi sul caso Aquarius, affermava che «prima delle sicurezza viene la salvezza» e che «la linea resta sempre quella della cooperazione, dell’accoglienza, del dialogo. Bisogna dare a queste persone delle opportunità». Con lui, che di recente ha anche ricevuto una delegazione di Medici senza Frontiere, ci sono i parlamentari Luigi Gallo, Nicola Morra, Paola Taverna e Paola Nugnes, il cui mantra in queste ore complicate è stato «prima di ogni cosa occorre non perdere di vista i diritti umani».
E quanto sia difficile, oggi, la permanenza di quest’ala all’interno del movimento lo ha raccontato, meglio di tutto il resto, la vicenda del sindaco di Livorno Filippo Nogarin, costretto a cancellare un post su Facebook in cui si diceva pronto ad accogliere la Aquarius nel porto della sua città. Nello stesso post Nogarin aveva spiegato di aver «dato la disponibilità al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli» e, soprattutto, di averne «già parlato con il presidente della Camera Roberto Fico». Poco dopo il post è stato rimosso e Nogarin ha dovuto spiegare che la sua era «una posizione personale come sindaco della città, non volevo mettere in difficoltà il governo». Insomma, la sinistra M5S dà segnali di insofferenza. Ma, almeno per ora, non può che ritirarsi in buon ordine.