Il malauagurio di Cicchitto : «Il governo rischia di saltare in 6 mesi»

9 Giu 2018 12:57 - di Valerio Falerni

O sei mesi o l’intera legislatura. Non prevede periodi di assestamenti o fasi di decantazione Fabrizio Cicchitto, già socialista lombardiano, poi berlusconiano intransigente, quindi alfaniano eretico e infine criptorenziano critico. Uno, insomma, che le “tre Repubbliche” le ha attraversate tutte. Non bisogna perciò fare spallucce quando, in un’intervista al Corriere di Viterbo, riduce a due le ipotesi circa l’aspettativa di vita del governo giallo-verde: «O esplode entro sei mesi per le sue interne contraddizioni, per una sarabanda che si apre a livello internazionale grazie agli spread a alle valutazioni delle società di rating perché Salvini decide di fare un bel election day il giorno delle Europee nel 2019, oppure – vaticina l’esponente di Riformismo e Libertà – esso può durare cinque anni».

Cicchitto: «Troppe contraddizioni interne»

La previsione di Cicchitto ricalca le osservazioni critiche mosse da più parti circa le «contraddizioni» tra i «tanti effetti di annuncio» e la desolante scarsità di risorse finanziare disponibili. Dei primi Cicchitto non ne dimentica neppure uno: blocco dell’Iva, inversione dell’onere della prova per l’evasione fiscale, reddito di cittadinanza, flat tax, modifica della “Fornero“. «Il tutto – chiosa il parlamentare – senza toccare la spesa pubblica». Ma di contraddizione Cicchitto ne vede un’altra, e tutta politica: quella «tra la straripante forza mediatica di Salvini e l’esclusione della Lega da i dicasteri economici che contano», cioè Sviluppo, Lavoro e Infrastrutture. «Eppure – incalza – i leghisti sono portatori di interessi economici assai strutturati».

«Gli strappi con la Germania danneggiano il nostro Nord»

Infine, le questioni legate alla politica estera e a quella della difesa, due ambiti in cui il governo Conte vuole ritagliarsi un ruolo di «laboratorio» nel quale distillare nuovi equilibri tra Trump e Putin «contro l’Europa e specialmente contro la Germania». Uno scenario che preoccupa Cicchitto: «Finché si scherza si scherza – dice -, ma se le cose diventassero serie in primis per ciò che riguarda l’euro nessuno può dimenticare che proprio attraverso di esso molte imprese grandi e piccole del Centronord vivono molto bene il loro rapporto di import-export con le omologhe imprese e i consumatori tedeschi, austriaci, francesi». Ben più – conclude l’esponente di ReL – di quanto non accadrebbe «con le imprese dei boiardi russi».

Commenti

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  • Aldo 10 Giugno 2018

    Un finto socialista come te ha ancora la presunta “saccenza” di parlare? Sai… io nel P.S.I. a subire la tua vomitevole pochezza!

  • Carpino Vince 9 Giugno 2018

    Cichitti vai a farti 4 passi traditore di opportunita.
    Una vita vissuta sempre sulle spalle del popolo cosa a fatto di utile in tutti questi anni?