«I preti si occupino di anime e non di politica»: la Lega contro il parroco pro-Mattarella

1 Giu 2018 13:47 - di Redazione

Fare politica con la tonaca non è il massimo che si chieda a un sacerdote, che dovrebbe occuparsi di altro, di ben altro e magari dire la sua, ma non dal pulpito. Eppure da giorni don Lorenzo Tasca, come ci avverte la Tribuna di Treviso, usa la sua bacheca Fb come un pulpito per fare politica. Anzi, come una clava contro Lega e M5S. Accade a Trevignano, nella marca trevigiana, dove il parroco è entrato a gamba tesa nel dibattito politico, sparando a zero sulla compagine Lega-M5S che aveva criticato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo il no al primo tentativo di Giuseppe Conte. Il sacerdote ha esternato la propria irritazione su Facebook e non solo, ma da giorni postava articoli denigratori contro il contratto di governo messo in campo dal Carroccio e dai pentastellati. Al punto che  il consigliere leghista Pierluigi Sartor, è sbottato: «I preti dovrebbero occuparsi di anime e non di politica». Il religioso non ha lesinato critiche e interventi politici in questi giorni. A fare perdere le staffe al leghista un post in cui il religioso condivideva un articolo di Lucia Annunziata che sostanzialmente accusava Salvini e Di Maio di mentire sull’euro. Ma don Tasca ha replicato rivendicando il suo diritto di esprimersi in quanto «comunque sono un cittadino italiano». Certo è che l’equilibrio di un sacerdote a capo di una comunità dovrebbe essere importato all’ imparzialità e rispetto per tutto e le posizioni che sicuramente nel suo paese sono presenti.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • 1 Giugno 2018

    La chiesa e il Vaticano fuori dalla politica…non siamo più nel passato!!!

  • Laura Prosperini 1 Giugno 2018

    magari perchè ad alcune istituzioni religiose vanno molti (forse tutti) i 5 miliardi per i clandestini?!?
    niente finanziamenti ad altri stati (Vaticano) e sacerdoti religiosi e non politici, se vogliono esprimere la loro opinione non devono utilizzare mezzi, luoghi e strumenti ecclesiastici