I pm bloccano il Campidoglio: stop all’anagrafe dei figli delle coppie gay
Stop all’anagrafe dei figli delle coppie gay. La procura di Roma ricorre contro la trascrizione dei documenti di nascita provenienti dall’estero di coppie gay. Oggi a Torino a e Roma due padri o due madri di bambini nati all’estero, vengono riconosciuti già all’anagrafe come genitori a tutti gli effetti. Ma la procura di Roma, come riporta il Messaggero, ha deciso di impugnare la pratica, avviando una vera e propria causa in sede civile, partendo dall’assunto che quel che accade negli uffici del Comune è un riconoscimento che la legge sui diritti delle coppie omosessuali, la cosiddetta legge Cirinnà, non prevede. L’impugnazione riguarderà la trascrizione omogenitoriale ottenuta da due coppie, una con due padri e tre figli e l’altra due mamme e due bambini.
Figli delle coppie gay, il ricorso della procura
Un gruppo di pm che si occupa di reati contro donne e minori, coordinato dal procuratore aggiunto Maria Monteleone ha deciso di contestare la trascrizione. Lo fa con una procedura che la procura attiva raramente e che consente di agire davanti al tribunale civile quando la legge è mal applicata, con danno per l’interesse pubblico. I pm non contestano le adozioni da parte delle coppie gay, ma i riconoscimenti dell’anagrafe di nascite avvenute all’estero. Per la procura si tratta di una scelta illegittima. Il Parlamento ha infatti escluso il riconoscimento dei figli nati dalla “gestazione per altri” (maternità surrogata) come bambini che fin dall’inizio hanno due genitori pienamente legittimati sul piano civile. Ad occuparsi della vicenda, si legge ancora sul Messaggero, saranno anche le sezioni unite della Cassazione.