I docenti fanno la guerra a Shakespeare: è un maschio bianco, va superato

26 Giu 2018 20:35 - di Riccardo Arbusti

Se non è un attacco all’idea che possa esistere una letteratura nazionale poco ci manca: la leader del più significativo sindacato inglese degli insegnanti, Mary Bousted, ha infatti spiegato che i programmi dovranno essere rivoluzionati. Via Shakespeare, capofila degli autori “maschi bianchi defunti” e dentro poeti afro-caraibici, indiani e cinesi. Ne dà notizia Il Foglio in un articolo di Giulio Meotti che cita alcuni passaggi del discorso di Mary Boisted al convegno annuale degli insegnanti: “Se un curriculum di conoscenze significa ricreare il meglio che è stato pensato da uomini bianchi e morti, allora non mi interessa molto”. Nelle nuove classi multietniche, a suo avviso, non ci sarebbe più bisogno di un autore “conservatore che ha passato un sacco di tempo a rafforzare il diritto divino dei re quindi in questo hai bisogno di voci diverse”.

La moda del politicamente corretto ha cominciato a dilagare proprio negli anni Novanta nelle scuole e negli atenei americani. In un libro del 1993, Americani, lo raccontava molto bene Alberto Pasolini Zanelli parlando di un episodio che anticipava le moderne distorsioni operate sulla Carmen di Bizet o la scelta di un attore nero per il ruolo di Achille nella serie americana sulla guerra di Troia. Accadde infatti che al Teatro dell’Opera di Washington fu censurato Il Flauto Magico di Mozart, tagliata la scena in cui due uomini parlano dell’astuzia delle donne (scena sessista) e Monostatos il Moro diventa un bianco che a Papageno parla di uomini “strani” e non “neri” (dialogo altrimenti sospettato di razzismo).

La guerra dei docenti inglesi a Shakespeare in nome del multiculturalismo è un altro passo verso il conformismo morale come regime denunciato dall’antropologo americano Jonathan Friedman nel suo libro sul politicamente corretto edito in Italia da Meltemi. Shakespeare del resto è stato già preso di mira in America: all’Università di Pennsylvania il ritratto di Shakespeare è stato tolto dal salone del dipartimento di letteratura e sostituito con quello di una poetessa lesbica e nera, Audre Lorde.

Commenti

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  • valerie 27 Giugno 2018

    Ragazzi, questi pagliacci e pagliacce in tutto il mondo stanno semplicemente giocando a spararla grossa per avere qualche visibilità e perorare la causa del loro mondo all’incontrario di marchio massone. Nei fatti per ognuna delle sparate dal metoo a oggi non c’è davvero questa onda lunga che vorrebbero spacciarci i giornali; a leggere il Foglio e il Giornale sembra che il nazifemminismo e il terrorismo del polcor siano ormai il destino del mondo, poi le elezioni puntualmente danno una pedata nel sedere a questi/e babbei/e, che puntualmente si svegliano dal loro bel sogno e accusano i giornali che hanno riportato le loro parole di avere creato un clima di terrore e di fake news. Lasciamo arrivare la notizia, poi smettiamo immediatamente di prenderla in considerazione e non ne parliamo più, e ricordiamoci dell’unico gesto che abbia veramente importanza; a loro le manifestazioni di massa e le minacce tonitruanti su internet, a noi la x sulla scheda elettorale. Vediamo chi la spunta.

  • Laura Prosperini 26 Giugno 2018

    sono sgomenta…
    come possiamo frenare questa follia…bruta…