Governo, i nomi in pole: Crimi ai Servizi e Siri, padre della flat tax, all’Economia
È tempo di chiudere la squadra di governo Lega-M5S, con la nomina di viceministri e sottosegretari. Lo schema è ormai tracciato e dovrebbe chiudersi con 5 viceministri e 20 sottosegretari per il M5S, 3 vice e 15 sottosegretari di nomina leghista. In gioco c’è anche il delicato pacchetto deleghe: quella alle Telecomunicazioni, al centro di un braccio di ferro, dovrebbe alla fine essere destinata alla Lega assieme allo Sport e all’Editoria, mentre sembra ormai data per scontata la delega dei servizi segreti al M5S, in particolare al senatore Vito Crimi, membro del Copasir nella scorsa legislatura.
I nomi che circolano sulla squadra di goevrno
Tra i nomi che circolano con insistenza nelle ultime ore per chiudere la squadra di governo, si fanno spazio nelle file grilline quelli di Stefano Buffagni, Luca Frusone, Gianluca Vacca, Andrea Cioffi. Buffagni, l’uomo del Movimento che ha in mano il dossier “nomine partecipate”, potrebbe andare al ministero dell’Economia come vice di Giovanni Tria. Ma quella in via XX Settembre è una casella a cui punta anche un’altra grillina di stretta osservanza, l’unica donna presente al tavolo tecnico che ha portato alla nascita dell’esecutivo giallo verde: Laura Castelli. Se non dovesse spuntarla al Mef, Buffagni potrebbe essere destinato al ministero dello Sviluppo economico, chiamato ad affiancare Luigi Di Maio che ha il delicato compito di gestire due dicasteri big: il Mise ma anche il ministero del Lavoro.
Crescono inoltre le quotazioni, in casa 5 Stelle, di Frusone, possibile sottosegretario alla Difesa, e quelle dell’abruzzese Vacca, probabile viceministro dell’Istruzione. In tanti, nelle file pentastellate, danno ormai per assodata la nomina di Manlio Di Stefano a viceministro degli Esteri: il grillino di origini siciliane godrebbe infatti del placet della Lega. Il nome del senatore Cioffi, invece, circola per i Trasporti e le Infrastrutture, dove il parlamentare salernitano potrebbe ricoprire il ruolo di sottosegretario. Anche Lorenzo Fioramonti, deputato ed ex professore a Pretoria sposato alla causa M5S, potrebbe rientrare in pista; con lui anche Nunzia Catalfo, la senatrice che firmò la proposta di legge sul reddito di cittadinanza e che potrebbe avere un ruolo al ministero del Lavoro.
In casa Lega, invece, sempre in pole position Nicola Molteni, che potrebbe raggiungere Salvini al Viminale o puntare a un sottosegretariato alla Giustizia, Alberto Bagnai e Armando Siri – il primo economista euroscettico, il secondo meglio noto come uomo della flat tax – “papabili” per il Mef. Circolano anche i nomi di Raffaele Volpi alla Difesa, Edoardo Rixi per il Mise, Guido Bonomelli ai Trasporti. Ma la partita viceministri e sottosegretari si intreccia anche con quella dei capigruppo: sia nella Lega che nei 5 Stelle le presidenze dei gruppi parlamentari sono rimaste vacanti. Un’altra partita che si inizierà a giocare già a partire da lunedì.