Fratelli d’Italia: la Toscana ritiri il patrocinio a chi promuove la poligamia

4 Giu 2018 19:36 - di Redazione

“La Regione Toscana e decine di comuni a guida Pd, centrosinistra e Movimento 5 Stelle patrocinano e sostengono una manifestazione che promuove la poligamia e l’incivile pratica dell’utero in affitto. Si prevede di sfruttare la disperazione di una donna, costretta a prestare il proprio corpo per soldi, al fine di soddisfare il capriccio di qualche ricco gay. È surreale e indecoroso associare il nome di istituzioni toscane a pratiche raccapriccianti vietate dalla legge e dalla Costituzione italiana”. È quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli raccogliendo la denuncia di “CitizenGo Italia” e facendo seguito alla denuncia presentata da Filippo Fiani. “I diretti interessati ritirino immediatamente il loro sostegno e la magistratura contabile verifichi con attenzione l’esposto presentato da un cittadino di Terranuova Bracciolini (Arezzo) per l’utilizzo di soldi pubblici della Toscana per finalità contro la legge”, dichiara Donzelli. “Il Toscana Pride 2018 si svolgerà il prossimo 16 giugno in piazza del Campo a Siena – sottolinea Donzelli – il suo manifesto politico che si può leggere sul sito www.toscanapride.eu, contiene obiettivi e azioni raccapriccianti, come la poligamia attraverso la promozione di ‘relazioni solidali, affettive e sessuali che non siano esclusivamente mutuate da modelli eteronormati o monogami'”. “C’è poi il diritto all’adozione per tutte le coppie e per le singole persone, il diritto all’accesso per tutte le coppie e per le donne singole alla procreazione medicalmente assistita in Italia, oltre al riconoscimento del matrimonio egualitario, non previsto neanche dalla legge Cirinnà. Nelle prescrizioni educative il manifesto è inoltre una pericolosa induzione alla pericolosa educazione gender. Il governatore della Toscana Enrico Rossi e tutti i sindaci, nel loro esercizio istituzionale, stanno evidentemente minando le basi della nostra società e violando elementari leggi – conclude Donzelli – ci aspettiamo che ammettano l’errore e chiedano scusa immediatamente”.

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