Dalla Sarandon a De Niro: tra i miliardari va di moda attaccare Trump

30 Giu 2018 18:31 - di Antonio Pannullo

Vorrà dire qualcosa se l’America miliardaria, intellettualoide, alla moda, pro-marijuana, alla Sex & the City insomma, odia Trump? L’ultima notizia è quella dell’arresto di quasi 600 persone a Washington ieri, a un sit-in in sostegno dei migranti di fronte al Senato. Fra loro anche diverse deputate democratiche e l’attrice Susan Sarandon, come ha reso noto lei stessa su Twitter. Strano che la polizia Usa faccia usare twitter alle persone fermate. La polizia ha precisato in seguito che 575 persone sono state incriminate per aver dimostrato senza autorizzazione. La manifestazione è stata organizzata da gruppi di “attiviste” contro le politiche dell’Amministrazione Trump sui clandestini, e in particolare per chiedere la riunificazione delle famiglie divise e la chiusura dei centri di detenzione. Con lo slogan “we care” le attiviste hanno preso di mira anche la first lady Melania Trump che si è recata nel centro per clandestini al confine con il Messico con indosso un giaccone con la scritta “I really don’t care, do you?”. Sarandon era già stata arrestata nel 1999, nel corso di una protesta contro l’uccisione, da parte della polizia, di un giovane afroamericano a New York. Tra i miliardari Usa, spesso annoiati, è terribilmente eccitante scendere in piazza come fa il popolo, per protestare contro il cattivo di turno. Non è una novità: a Hollywood e a Manhattan per essere accettato dai circoli intellettuali non si doveva essere repubblicani, perché considerato terribilmente fuori moda. Per essere “in” devi essere “dem”. E questa è un’altra imposizione dei radical chic Usa. Peccato che il popolo, quello che lavora, la pensi diversamente, e infatti ha mandato Trump alla Casa Bianca e non la Clinton. La Sarandon non è stata la prima e neanche l’ultima ad attaccare il presidente repubblicano: ricordiamo le scene isteriche di Robert De Niro, che ha promesso di prendere a pugni Trump e di cacciarlo dalla sua catena di ristoranti di lusso, oppure Mia Farrow, altra “militante” dei diritti umani, o il regista Michel Moore, oltre a una pletora di attori e attrici sconosciuti in cerca di un po’ di pubblicità. Infine, va sottolineato che la manifestazione era ovviamente una scusa per protestare e farsi vedere, perché da diversi giorni Trump ha dato le disposizioni sulle famiglie divise. Quello che non si capisce è come mai la giustizia americana sia così tollerante nei confronti di genitori che portano minori a commettere un reato.

Commenti

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  • doriana santinato 30 Giugno 2018

    soliti radical chic con il portafoglio a destra!!!!