Centrodestra e partito unico, la memoria corta di Maria Stella Gelmini
Uno scherzo della memoria. Forse in nessun altro modo si può decifrare il gran rifiuto «in nome della storia di Forza Italia» opposto da Maria Stella Gelmini al partito unitario del centrodestra rilanciato da Giovanni Toti, anche lui berlusconiano seppur in odore di eresia. Diversamente, l’ex-ministra non sarebbe stata così così tranchant e avrebbe ricordato che dal predellino di un’auto circondata dalla folla di piazza San Babila a Milano fu proprio Silvio Berlusconi ad imprimere una nuova svolta al centrodestra italiano. In direzione del partito unico, ovviamente. Correva l’anno 2007 e di lì a poco sarebbe nato il Popolo delle Libertà (do you remember, Maria Stella?) che nel giro di pochi mesi avrebbe sfrattato Prodi da Palazzo Chigi rimettendo in sella il Cavaliere. Non contava allora la storia del movimento? Certo che sì. E allora forse non c’entra tanto la memoria quanto il tentativo di reimpostare una nuova narrazione di Forza Italia con effetto retroattivo per dare una bella sbianchettata all’album di famiglia. E allora tanti saluti ad Erasmo da Rotterdam e al suo Elogio della follia e avanti tutta con le «risposte di buon senso» all’impronta della «fattibilità» e della «concretezza» e finalizzate al «buon governo di equilibrio, di moderazione, di serietà». Sembra prosa di Forlani e invece è di Berlusconi. È il primo effetto della nuova parola d’ordine che circola tra i forzisti: smarcarsi dalla Lega per non finirne maciullati elettoralmente e assimilati politicamente. E più Salvini s’insinua nella “pancia” degli italiani, più Berlusconi punta ad organizzare la ridotta delle coscienze. Tentativo forse nobile, ma inutile: lo spazio è affollato e mai, neppure per disperazione, il ceto medio riflessivo si getterebbe tra le braccia di quello che considerava il capo supremo dell’«Italia alle vongole».
Se poi Toti pur di andare contro all’ex ministro Scaiola ha spacciato una lista civica Forza Imperia per quella di Forza Italia ed ha fatto venire nel capoluogo del ponente la Meloni e Salvini a supportare un candidato sindaco cje nn era di cdx ma un fuoriuscito dal PD locale la partita di un presidente di regione incapace è completa