Bruxelles, la proposta italiana: non ospita più i migranti il paese del porto d’arrivo (Video)
Mentre le ong e le loro navi cariche di migranti vagano per il Mediterraneo chiedendo l’approdo in un porto – preferibilmente un porto italiano – il premier Conte vola a Bruxelles per affrontare il nodo dei flussi ininterrotti fin qui ricaduto sulle nostre spalle nel silenzio e nell’indifferenza di tutti gli Stati membri dell’Unione. Per questo, la proposta italiana basata su 6 premesse fondamentali e articolata in modo tale da raggiungere almeno 10 obiettivi immediati, parte come prima cosa dall’esigenza di risolvere il problema della partenze e degli sbarchi in modo strutturale e definitivo, superando il trattato di Dublino e la precarietà e inconcludenza che ne conseguono, e che hanno incistato un problema che ha visto il Belpaese in prima linea insieme alla sola Grecia, presi d’assalto mentre i nostri partners europei voltavano lo sguardo dall’altra parte…
Migranti, la proposta italiana illustrata da Conte a Bruxelles
E allora, dopo una riunione informale sulle migrazioni, si attende la replica di Bruxelles, dove il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha presentato «la proposta italiana, completamente nuova, basata su un nuovo paradigma di risoluzione dei problemi della migrazione: si chiama European Multilevel Strategy for Migration – ha spiegato il premier a margine del vertice – è articolata in sei premesse e dieci obiettivi, ed è mirata a proporre una puntuale politica di gestione e di regolazione dei flussi migratori, che sia realmente efficace e sostenibile».«È una proposta che mira a superare completamente il regolamento di Dublino – ha quindi aggiunto il nostro presidente del Consiglio –, perché riteniamo che quel regolamento sia basato su una logica emergenziale, mentre in realtà noi vogliamo affrontare il problema in modo strutturale. Le nostre opinioni pubbliche ce lo chiedono», ha sottolineato il premier in carica.
Migranti, scindere tra porto d’arrivo e richiesta d’asilo
Uno dei concetti chiave su cui si articola la proposta italiana, secondo fonti di palazzo Chigi, è allora l’idea primaria secondo cui bisogna «scindere» il concetto di «porto sicuro di sbarco» da quello di «Stato competente ad esaminare le richieste di asilo». L’obbligo di salvataggio, ha spiegato infatti Conte, che ha parlato per primo, «non può diventare obbligo di processare domande per conto di tutti». In pratica, secondo il premier, occorre stabilire che esiste una «responsabilità comune tra gli Stati membri» dell’Ue «sui naufraghi in mare. Non può ricadere tutto sui Paesi di primo arrivo». Per il presidente del Consiglio occorre «superare il concetto di attraversamento illegale per le persone soccorse in mare e portate a terra» a seguito di operazioni di ricerca e soccorso (Sar).
Le reazioni di Merkel e Sanchez, il commento di Salvini
E se per la cancelliera Angela Merkel il problema lascia tutti ancora in alto mare, perché pur riconoscendo la leader tedesca che raggiungere accordi bilaterali o trilaterali con altri Paesi dell’Ue sulla questione dei movimenti secondari dei migranti porterebbe a un «mutuo beneficio» per i Paesi coinvolti, la cancelliera non si aspetta di trovare «una soluzione totale al problema delle migrazioni»: o almeno, così ha detto la Merkel a Bruxelles, a margine della riunione informale. Per questo motivo, ha aggiunto, servono «accordi bilaterali o trilaterali che siano di mutuo beneficio»: in questo modo, infatti, a detta di Berlino, i Paesi «non dovranno aspettare che tutti i 28» trovino una soluzione. «Il focus di oggi – ha quindi chiosato senza concludere nulla la Merkel – è trovare un modus vivendi e, allo stesso tempo, lavorare per comuni fondamenta europee». Di diverso parere, o almeno, di parere prospettivo di più ampie vedute, l’auspicio del primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, è che «la prossima settimana possiamo trovare tutti una soluzione che soddisfi l’intera Ue. È quello che proveremo a fare», ha affermato Sanchez ottimisticamente, sottolineando che i centri per i migranti che Francia e Spagna propongono di creare sarebbero «una soluzione europea: sarebbero centri controllati», che consentirebbero di avere«una politica migratoria controllata e responsabile, che faccia fronte alla realtà che abbiamo nell’Ue». E mentre al tavolo di Bruxelles si discetta e ci si confronta sulla teoria, il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini,malle prese con la dura pratica, ribadisce la linea dura: «Mille immigrati sui barconi davanti alla Libia? Lasciamo che le Autorità Libiche facciano il loro lavoro di salvataggio, recupero e ritorno in patria, come stanno ben facendo da tempo, senza che le navi delle voraci Ong disturbino o facciano danni. Sappiano comunque questi signori che i porti italiani sono e saranno chiusi a chi aiuta i trafficanti di esseri umani».