Bologna, nella patria delle albicocche nelle scuole arrivano frutti spagnoli
“Verrebbe da ridere, se solo il problema non attenesse alla salute degli studenti emiliano-romagnoli, al solo pensiero che, nonostante il Faentino sia la culla delle albicocche, agli alunni delle nostre scuole vengono somministrate albicocche spagnole. Le quali, poiché non a km 0, molto spesso arrivano sui deschi scolastici avariati quando non già marci. È ora che la Regione prenda immediati provvedimenti sia per tutelare la salute degli studenti emiliano-romagnoli che per salvaguardare le produzioni agricole locali e sostenere, con azioni concrete, i produttori nostrani”. Così il consigliere regionale della Lega nord, Andrea Liverani, che ha depositato una risoluzione che impegna la giunta dell’Emilia-Romagna a prendere provvedimenti per “scongiurare nuovi casi simili a quelli accaduti nelle scuole elementari bolognesi Croce Coperta e Casaralta, dove agli alunni sono state somministrate carote avariate e albicocche spagnole ammuffite”. “La sorsa settimana, in alcune scuole di Faenza, cuore della produzione regionale di albicocche, sono state servite ai bambini albicocche spagnole: è semplicemente assurdo – commenta Liverani -. Così come denuncia Coldiretti, vien da chiedersi se questa frutta che arriva dall’estero dopo un lungo viaggio in camion sia buona e soprattutto se faccia davvero bene. Di certo non fa bene ai nostri agricoltori che da settimane stanno raccogliendo prodotto fresco e di qualità, prodotto che potrebbero tranquillamente consegnare sui banchi di scuola. Più fresco, a chilometri zero e appena colto”. “Il problema – spiega il consigliere del Carroccio – nasce dal progetto finanziato dall’Unione europea, volto a incoraggiare i bambini al consumo di frutta e verdura e sostenerli nella conquista di abitudini alimentari sane, che, in realtà viene declinato sul nostro territorio solo nella prospettiva del profitto: e così, se le albicocche faentine costano 1,60 euro al chilogrammo e quelle spagnole 1 euro, ecco che le cooperative di ristorazione che forniscono le mense scolastiche scelgono queste ultime. E poco importa che si tratti di prodotti che hanno alle spalle un lungo viaggio in camion, che potrebbe averli fatti già deperire”. “Nella vicenda specifica della frutta e verdura ammuffita servita in alcune scuole elementari del bolognese, poi – sottolinea Liverani – c’è anche la duplice responsabilità del ministero, il quale, oltre ad avere indicato le albicocche spagnole in luogo di quelle italiane (non ancora mature) avrebbe responsabilità anche in ordine al controllo degli vegetali”. ” Secondo la cooperativa di ristorazione di Mantova, Corma, puntualizza il leghista, “che rifornisce le mense scolastiche, infatti, i controlli sulle merci in arrivo dalla Spagna vengono controllare da Agecontrol, azienda incaricata proprio dal ministero”. “E’ assurdo, dunque – conclude – che proprio nella florida Romagna si educhino i bambini ai principi della corretta alimentazione utilizzando prodotti agricoli spagnoli e, talvolta, avariati”.