Violenze in corsia, l’Ordine del Medici vuole l’Osservatorio: 1.200 in un anno
Botte, violenze, minacce. Le aggressioni a medici e infermieri si sono moltiplicate, un fenomeno che “nell’ultimo anno ha fatto registrare in Italia 1.200 casi di violenza. Oltre 100 di questi sono avvenuti nel Lazio e hanno avuto come teatro soprattutto pronto soccorso, medici della continuità assistenziale e servizi psichiatrici”. Lo sottolinea l‘Ordine dei medici di Roma, dopo un incontro oggi nella Capitale. “Istituire un Osservatorio per monitorare con puntualità tutti gli episodi di aggressioni al personale del servizio sanitario” è il primo punto di una scaletta di iniziative, un vero e proprio piano, illustrato dall’Omceo Roma per mettere in campo le più efficaci misure di prevenzione e contrasto. Le proposte dell’Ordine dei medici di Roma prevedono inoltre programmi di formazione del personale impegnato in prima linea, protocolli operativi con le aziende sanitarie e ospedaliere di Roma e provincia, coordinamento forte con le forze dell’ordine e la prefettura. “È un programma ad ampio spettro – spiega Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma e provincia, il più grande d’Europa con i circa 44 mila iscritti – che oggi abbiamo presentato e condiviso con i direttori generali delle Asl territoriali di Roma e provincia e quelli dei grandi ospedali pubblici. Abbiamo proposto una serie di interventi da realizzare insieme al management e ai medici e a tutto il personale. Vogliamo procedere in modo pragmatico e partecipato perché in questo campo un modello unico è improponibile. Ognuno dei settori più esposti, tipo pronto soccorso o guardia medica notturna o spdc”, servizio psichiatrico di diagnosi e cura, “necessita infatti di misure di sicurezza specifiche”. All’incontro ha partecipato l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato che, fanno sapere dall’Ordine, ha dato segno di grande attenzione rispetto a questo problema. “Avvieremo con la Prefettura una mappatura corretta degli episodi – ha detto l’assessore – e a questo servirà l’Osservatorio. Tutto ciò è utile e urgente, ma io credo che lo sforzo principale sia di carattere culturale, occorre una reazione civile a questa deriva di intolleranza”.