Un milione di alberi piantato a New York. Ma a Roma si taglia soltanto
Riceviamo da Giancarlo Cremonini e volentieri pubblichiamo
Caro direttore,
una cosa si può dire con assoluta certezza senza timore di smentita o di essere querelati e cioè che ha tagliato più alberi la giunta Raggi a Roma che non i boscaioli in Finlandia. Negli ultimi mesi, infatti, il suono sinistro e inquietante delle moteseghe del Servizio Giardini del Comune di Roma ha tristemente echeggiato in tutte le vie della città segnando la fine di Pini marittimi, Lecci, Quercie, Olmi, Platani e Cipressi. Intendiamoci, tagliare gli alberi quando sono morti, pericolanti o a fine ciclo vegetativo è giusto è doveroso. Però nelle città serie, dopo aver abbattuto l’albero il municipio ne pianta uno nuovo al suo posto. Purtroppo, almeno fino ad ora, a Roma abbiamo assistito solo ai tagli, di piantumazioni di nuovi alberi nemmeno l’ombra, E così vie e viali che una volta vantavano bellissimi filari di piante spesso secolari sono ora tristi giungle d’asfalto e strade storiche come la Via Nomentana si stanno sempre più desertificando man mano che i vecchi platani muoiono senza essere rimpiazzati. E così mentre a Roma non si pianta nemmeno un arbusto a New York hanno piantato più di un milione di alberi e lo stesso è avvenuto in tutte le capitali europee degne di questo nome. Perchè, capiamoci bene, qui non si tratta solo di arredo urbano verde odi abbellimento delle strade ma di salute i qualità della vita dei cittadini. Gli alberi, infatti, assorbono anidride carbonica e restituiscono ossigeno contribuendo a purificare la sporca aria della città dai tanti inquinanti derivanti dai motori a combustione interna e dagli impianti di riscaldamento oltrechè dai roghi tossici che i nostri “amici” Rom ci regalano quasi quotidianemente nel totale disinteresse del Comune e delle istituzioni. Quindi ben farebbe il sindaco Raggi ad abolire le inutili domeniche ecologiche, che servono solo a vessare i cittadini che pagano l’assicurazione auto ed il bollo anche per i giorni che devono tenere l’automobile ferma, a piantare più alberi ed a riportare una parvenza di ordine e legalità in quelle enclaves anarchiche e fuori controllo che sono i campi nomadi. Concludendo vale la pena rimarcare come sia facile e comodo fare gli ecologisti ed i difensori del verde e dell’ambiente quando si è all’opposizione. I nodi vengono al pettine quando si è al potere ed il bilancio della giunta Raggi in tema di ambiente, a parte i vuoti proclami, non può certo dirsi positivo.
E’ vero purtroppo, gli alberi non vengono curati, muoiono, si tagliano ma non si sostituiscono. I giardini così diventeranno deserti.
Gli arbusti li piantano la gente comune sostituendo gli alberelli con piante sistemate a cura e spese proprie . Infatti non c’è da sperare nell’interventi del comune. Tutti viene lasciato come si trova e se una pianta muore o cade per intemperie o peggio se viene tagliata non verrà mai sostituita. Basta fare un giro in città anche in zone centrali oramai da tempo si assiste al degrado del verde. Per non parlare delle ville storiche come Villa ada . Gli alberi caduti ostruiscono i sentieri non c’è neanche la minima manutenzione ne interventi solo degrado. Eppure qualcuno lo pagano ma non fa neanche il minimo prende solo e nessuno controlla.
Raggi, se fai la donna di casa come fai il sindaco, chissà che casino in casa tua!
Mario Salvatore Manca