Trump mantiene le promesse: a rischio rimpatrio oltre 300mila stranieri
Sono circa 57mila i cittadini dell’Honduras, che vivono e lavorano da anni negli Stati Uniti, che rischieranno il rimpatrio forzato dopo che l’amministrazione Trump ha revocato le misure che li proteggevano. Il dipartimento per la Sicurezza Interna ha infatti abolito il “temporary protected status” con cui viene concesso il diritto di rimanere negli Usa a immigrati di Paesi colpiti da disastri ambientali, epidemie o dove sono in corso conflitti armati o altre eventi straordinari. La mossa che l’amministrazione Trump ha compiuto, nonostante gli appelli del governo dell’Honduras, di esponenti democratici e di gruppi per la difesa dei diritti umani, ricalca quelle che nei mesi precedenti hanno colpito altre comunità di immigrati provenienti da Paesi dell’America Centrale. A gennaio erano stati colpiti 200mila immigrati dal El Salvador e a novembre 46mila di Haiti. Come è successo nei casi precedenti la misura non avrà effetto immediato, ma gli immigrati dell’Honduras – ai quali la protezione era stata concessa, come quelli del Salvador, nel 1998 dopo le devastazioni provocate dagli uragani – dovranno lasciare il Paese entro il 2020 se non vorranno rischiare il rimpatrio forzato. Spiegando con la necessità di rispettare alla lettera lo spirito di queste misure di protezione, dette appunto temporanee, l’amministrazione Trump ha annunciato che le revocherà al 98% degli immigrati a cui sono state concesse in passato. Cosa che avrà effetto sulle vite di 310mila persone che da anni vivono e lavorano negli Stati Uniti. Al momento solo 7mila immigrati di quattro Paesi – Somalia, Sud Sudan, Siria e Yemen – godono ancora di uno status di protezione senza una scadenza precisa.