Tornare alle urne? Ci sarebbe costato all’incirca 350 milioni di euro
Gli italiani non gradirebbero certamente un immediato ritorno alle urne, non fosse altro per i costi che avrebbe. Circa 350 milioni di euro da stanziare per le spese organizzative: è la cifra complessiva, riferiscono fonti del Viminale, relativa ai costi di una eventuale nuova tornata elettorale. La spesa sarebbe ripartita tra i ministeri dell’Interno (a cui spetterebbe il riparto più considerevole), degli Esteri, della Giustizia e dell’Economia. Le spese per il Viminale ammonterebbero a poco meno di 300 milioni di euro, buona parte dei quali sarebbe spesa come rimborso ai Comuni per l’allestimento e l’organizzazione delle oltre 61mila sezioni elettorali disseminate sul territorio. Nella cifra sono comprese anche, a carico del ministero dell’Interno, la vigilanza ai seggi e le predisposizioni generali per la sicurezza (circa 70 milioni). Come avvenuto anche per le precedenti tornate elettorali, le tariffe agevolate in occasione degli spostamenti in treno e aereo degli elettori comporterebbero una spesa di circa 10 milioni di euro. Nel 2013 la spesa complessiva per le elezioni politiche fu di 389 milioni di euro, ma va considerato che in quella occasione le votazioni furono effettuate in due giorni.