L’errore marchiano di Trump sull’Iran. Che, alla fine, gli si ritorcerà contro
Che Donald Trump sbagli sull’Iran ci può stare. Ma è incomprensibile, oltre che diabolico, il suo perseverare in un errore così marchiano. È come se qualcuno lo spingesse, lo invogliasse, lo spronasse ogni giorno ad affermare il contrario del vero, a ripetere il falso magari per poterne palesare l’incapacità politica. Un cortocircuito i cui riflessi rischiano di destabilizzare davvero il mondo. No, non si spiega facilmente l’errore di Trump. Perchè la verità è visibile ed è sotto gli occhi di tutti: non è la Repubblica iraniana, non è il regime degli Ayatollah di Teheran a finanziare il terrorismo internazionale. È vero il contrario: l’Iran e il suo esercito combattono, con noi e più di noi, i terroristi. A cominciare da quelli dell’Isis. È vero che hanno contribuito a liberare la Siria e l’Iraq dalle orde mercenarie del criminale sunnita al-Baghdadi. Ed è vero che hanno restituito Palmira alla civiltà e tutte le chiese e tutti i conventi occupati da quei tagliagole al culto dei fedeli cristiani. Possibile che Trump non lo sappia? Possibile che non sappia che non sono di religione sciita, ma sunnita i criminali che ammazzano e distruggono e che portano terrore e devastazione in Europa e ovunque? Tutti sunniti, nessuno sciita. Come i criminali dirottatori dell’11 settembre che colpirono l’America. Come Osama Bin Laden e i suoi terroristi di Al Qaeda. Come i Fratelli musulmani che agiscono in Libia, in Tunisia, in Egitto o come gli assassini delle brigate al-Nusra responsabili degli orrendi massacri alle porte di Damasco. Possibile che Tump non lo sappia? No, così come non è possibile che non sappia che quella stessa intelligence statunitense che a Washington si presta ad ogni tentativo di incastrarlo con la pantomima del Russia-gate, in Medio Oriente abbia sostenuto con dollari e armi tutta quella marmaglia, sunnita, che ha dato vita al terrorismo jihadista. No, non è possibile. Non è possibile che the Donald non sappia che il terrorismo internazionale è finanziato -da sempre- dai petroldollari dei sauditi di cui gli sciiti sono acerrimi nemici. Così come è impossibile che non sappia che a Theran c’è totale libertà di culto e a Riyad no. Eppure il presidente americano vende armi all’Arabia Saudita e straccia i trattati con la Persia. Chiama “terroristi” i governanti eletti di Teheran e “presidente” il dittatore nordcoreano Ciccio-Kim. Un non senso legittimato da una menzogna. Che, alla fine, gli si ritorcerà contro.
Trump ha fatto rinsavire Kim. Presto toccherà agli ayatollah. Credo proprio che il Donald non sia così malaccio, dopo tutto.
Purtroppo la storia insegna che agli USA come dicono a Roma della verità non gliene potrebbe fregare di meno