Stupro di Roma, si stringe il cerchio sugli immigrati: il capobranco ha un nome
C’è un nome e c’è un identikit della belva, del capobranco che ha stuprato con tre amici, tutti ubriachi, tutti bengalesi tra i 30 e 40 anni, una donna di 44 anni nella Panda rossa sotto il cavalcavia nei pressi di Guidonia. Indossava una t-shirt bianca e dei pantaloncini corti, capelli corvini, non molto alto, mingherlino eppure capace di trasformarsi in una furia implacabile quando si è avventato sulla vittima.
Il cerchio si stringe attorno al branco. Gli agenti del commissariato dio Tivoli sono al lavoro. La donna violentata, durante la deposizione ha dichiarto di non avere visti in faccia gli altri complici, coperti con dei fazzoletti che lasciavano vedere solo gli occhi: «sembravano Satana». L’uomo di cui la donna ha fornito gli elementi per l’identikit ha detto il suo nome per tentare di tranquillizzare la donna durante il tragitto. Gli raccontava di fare il meccanico e la donna, pur nella disperazione, ha tentato di farlo parlare. Gli agenti risentiranno altre volte la donna per verificare dei riscontri . Non solo stanno vagliando tutte le immagini delle telecamere di aziende ed esercizi commerciali della zona. Saranno ascoltate anche alcune prostitute della zona. La donna ha lanciato un appello: «Se qualcuno conosce quelle bestie, denunci, non bisogna subire».
X Laura, certe notizie vanno annacquate a piacimento,in base all’interesse e convenienza
qualcuno dovrebbe spiegare agli Italiani perché abbiamo bisogno dei bengalesi.
ma allora perchè in RAI hanno sottolineato che c’erano anche degli Italiani e che non tutti quindi erano Bengalesi???